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Incontro
con IL PIU' TRASGRESSIVO
Articolo e
intervista: |
Per conoscere ancora meglio Ando Gilardi:
http://www.fototeca-gilardi.com/pages/gilardi.asp
-
http://stores.ebay.it/Gilardi-Digitale
http://www.photographers.it/gilardi.cfm -
http://www.photographers.it/tassellature.htm
http://www.photographers.it/articoli/auschwitz.htm
<< NEL SISTEMA DIGITALE LA MACCHINA E'
SOLO IL MEZZO PER PROCURARSI IL FOTOTIPO
CHE ADESSO DIVENTA NON UNA SEMPLICE MATRICE DA STAMPARE
MA UNA VERA A PROPRIA SINOPIA DA TRASFORMARE NELL'OPERA
E CHE QUESTA PUO' ESSERE SCELTA FRA INFINITE VERSIONI. >>
Lezioni di fotografia di ANDO GILARDI:
http://www.youtube.com/user/AndoGilardi
Lo specchio della memoria -
Nuovo libro di Ando Gilardi
Lo specchio della memoria - presentazione del
libro a Fano - 27 gennaio 2009
MEGLIO LADRO CHE FOTOGRAFO
Tutto quello che dovreste sapere sulla fotografia ma preferirete non aver mai
saputo In
questo agile libretto, un grande protagonista del panorama della fotografia
italiana concentra la sua straordinaria esperienza maturata in più di mezzo
secolo vissuto tra le immagini. La sua attività di fotografo nel campo del
sociale, lo sviluppo di un’impostazione anarchica della teoria fotografica,
l’indagine dei cambiamenti della società attraverso un’osservazione partecipata:
sono soltanto alcuni degli ingredienti che compongono la vita avventurosa di
Ando Gilardi e che, qui, si trasformano in riflessioni indispensabili per tutti
i giovani che aspirano a diventare fotografi.
La fotografia è un’arte difficile, spesso praticata in modo amatoriale come
distrazione dai pensieri quotidiani. E proprio a chi fotografa per diletto può
risultare preziosa l’esperienza di Gilardi che, pur nella consapevolezza di
trovarsi di fronte a un mezzo in continua evoluzione, conosce a fondo i
meccanismi e i segreti di uno dei modi più meravigliosi che abbiamo per
soddisfare il nostro “bisogno visivo”.
http://www.brunomondadori.com/scheda_preparazione.php?ID=2162
ANDO GILARDI e... LA
FOTOGRAFIA DEL FUTURO clicca QUA per leggere il nuovo articolo dell'Ando-Veggente
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Sala Polivalente Comunale "ex Iuta"
http://www.fototeca-gilardi.com/pages/mostra_arquata.asp
Ora, io nasco abito e vivo in provincia di Alessandria dove lo sterminio antisemita ebbe poche conseguenze numeriche: in totale 101 deportati, dei quali una trentina erano di una piccola città che non voglio nominare. Di questi sopravvisse e tornò viva a casa solo una donna e adesso quello che racconto sembra una parabola ma è invece una storia vera: si trova nel saggio di Adriana Muncinelli intitolato Even, pietruzza della memoria. Ebrei 1938-1945. La sopravvissuta era una povera donna dalle idee confuse, cominciò a raccontare le cose atroci che aveva visto ad Auschwitz fino a quando non venne convocata dal commissario di PS il quale la diffidò ad andare avanti a diffondere il panico perché molta gente attendeva ancora il ritorno dei cari dalla prigionia. Questa storia e altre anche più importanti, come per esempio il romanzo Se questo è un uomo di Primo Levi che prima di essere pubblicato venne respinto da due editori perché reputato inverosimile, mi confermò e conferma che senza le immagini della fotografia e senza i fotogrammi delle riprese, la Shoah ovvero il cosiddetto Olocausto e poi il Giorno della Memoria non ci sarebbero nella nostra coscienza e conoscenza. Proprio così e voglio ripeterlo con altre parole più chiare: senza le fotografie la gente comune non solo - ma anche gli storici - non crederebbero ai fatti, agli eventi, così come sono avvenuti nei loro casi e dettagli. Tutto questo mi spinse a suo tempo e sono passati circa dieci anni, a fare una mostra dal titolo lungo La Gioconda di Lvov ovvero il capitolo mancante nella storia della Fotografia, mostra che da tempo si trova in Internet nel sito della Fototeca che porta il mio nome, dal quale può essere scaricata, guardata e volendo stampata. La quale mostra che è unica nel suo genere associa un centinaio di fotografie della Shoah ad altrettante citazioni tratte dai saggi storici più seri e famosi sull'argomento, che raccontano la medesima cosa raffigurata in ciascuna istantanea. In certi punti questi testi sarebbero incredibili come lo era il racconto di quella povera donna che dicevo se non ci fosse una fotografia eloquente che leva ogni dubbio. Molte di queste fotografie vennero prese diciamo da dilettanti e sovente quasi per caso; io e i colleghi storici che furono con me passo passo in questo lungo e non semplice lavoro, chiamammo queste istantanee con il nome di Fotografia Spontanea. In conclusione: oggi , alla vigilia del Giorno della Memoria abbiamo rimesso in piedi una rinnovata versione inedita della mostra che ho intitolato La vita è bella e che ho voluto dedicare ai bambini, alle vittime innocenti di tutte le guerre. In questa sala della ex-Iuta di Arquata Scrivia: la cittadina che mi ha dato i natali e dove il Comune ha stampato un mio strano manifesto che prende in prestito l'immagine di una scultura di Maurizio Cattelan, un grande artista contemporaneo che amo tantissimo. Ma adesso devo concludere in modo difficile: io non ho simpatia per certe mansioni e una di queste è quella degli storici della Shoah, perché non scrivono mai quello che prima dicevo e cioè che ciò che nei loro libri li rende credibili è solo la Fotografia e specialmente quella Spontanea. Poi oggi quello che finisce per renderli patetici è che come ignoravano quella di ieri della Shoah, ignorano oggi la Spontanea della Spontanea che esplode in You Tube, il portale video su Internet che molti di voi conosceranno. Adesso quello che scrivo potete subito verificarlo: se voi in You Tube digitate Shoah, Holocaust, Nazi concentration camps, Evidence denial, deniers, lager, extermination nazi, WW war, camp jews, jewish e camminate per giorni lungo le immagini e i testi di questo rosario in inglese, vi vengono in video più di 7.000 video dove di Shoah se ne illustra, e scrive e canta per un totale di mezzo milione di immagini, che sono appunto Spontanee delle Spontanee: sono cioè fotografie e fotogrammi della Shoah rielaborati musicati e riproposti in You Tube da individui, spesso molto giovani, di tutto il mondo. Ora concludo davvero e so bene quello che dico: tutti i Musei dell Olocausto della Terra, e tutti i fotolibri sull'argomento, e le Mostre come la mia, e anche i film come Il Pianista (che del resto in YT trovate anche quello!) insomma tutto ma tutto ma tutto quello che fino a oggi ha provato in un modo o nell'altro che quella povera donna che prima dicevo non raccontava fandonie ma parlava sul serio, ebbene tutto questo diventa un bel niente in confronto a quello che si trova in You Tube. Proprio così: un
lunghissimo Giorno della Memoria, non quello patetico che ha visto anche il
Papa passeggiare per Auschwitz, ora comincia e si badi siamo appena al
principio con un motorino di ricerca chiamato You Tube che tanti credono sia
solo un giochino dei ragazzi per scaricare i film senza pagarli o caricare i
video delle proprie bravate.
Poi riflettendoci
su e sviluppando un'idea che del resto ci ronzava da tempo, abbiamo deciso
di fare un "discorso", quello appunto di questa mostra, per dire e provare
che quello delle immagini da molto tempo, millenni, è sempre stato un
linguaggio rivolto allo scopo di liquidare, annientare, qualcosa che, per
riassumere tutto in poche parole, possiamo descrivere come l'intelligenza
dell'uomo, il senso morale, la ragione e la logica. Le immagini e
soprattutto quelle dell'Arte più eletta, più apprezzata e lodata, sono
sempre state contro a qualcuno o a qualcosa. Il loro annientamento si può
dividere in due tipi: o è rivolto contro un'idea o ne propone e impone una
falsa. (...) Per chi come il
sottoscritto ha visto un milione di immagini, il loro "linguaggio" si è
taciuto: come si dice non fanno più effetto e ha solo imparato e non
credere, appunto, che dicano ancora qualcosa che conti sugli eventi dai
quali vennero prese o pensate. Ed è cresciuta in lui, semmai, la minima
fiducia possibile sulla Parola, su quella specialmente della Poesia. In
questa mostra ci sono molte poesie, molti versi: naturalmente sappiamo che
nessuno li legge, ma non importa, importa che noi li abbiamo scritti,
copiati o inventati. (...) Come soggetto di
Immagini gli eventi degli ultimi anni dell Ottocento e dei primi decenni
del Novecento, sino alla seconda guerra mondiale, sono di estremo interesse.
Non solo per gli studiosi e gli storici che possiamo considerare "addetti ai
lavori", ma per chiunque ami l Arte. La caratteristica di questo periodo è
l estrema vivacità culturale di alcuni gruppi, che, parallelamente a una
cultura "ufficiale" più ingessata e acriticamente orientata a forme
ripetitive e logore, si caratterizzarono con proposte innovative, o
addirittura sovversive. Le prime manifestazioni di questa irrequietezza e
voglia di sovvertire i canoni della tradizione iconica, potremmo trovarle
nei movimenti simbolisti ed impressionisti nati per - attenzione! -
sopravvivere alla Fotografia. Questi movimenti, ebbero il merito di rompere
un principio: quello di credere che la filosofia fosse una cosa seria. (...)
Lo stato hitleriano, così come lo stato mussoliniano, erano in ultima
analisi vecchi vecchissimi stati etici, nati per liquidare le Immagini nuove
"degenerate"; che sopravvissero alle cosiddette Dittature che tuttavia
vennero poi liquidate dal cosiddetto Mercato. Dove l'Arte vale esteticamente
solo il denaro che si ottiene in cambio. Così le Immagini alla fine
annientarono anche se stesse: tutte le immagini sia chiaro, da quelle fatte
a mano a quelle fatte a macchina. (...) Vogliamo
concludere queste istruzioni superflue con una battuta di brutta retorica?
Nelle super-citate camere a gas di Auschwitz, nelle diecimila fosse comuni,
sono definitivamente finite anche le Immagini. Sopravvive la Poesia, però
ogni giorno che passa sempre peggio, a fatica.
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Assessore alla cultura, culture e integrazione è lieta di invitarla alla presentazione del video della collana Gente di Milano prodotto da Medialogo"Ando Gilardi. Fotografia e società" di Tonino Curagi e Anna Gorio oltre agli autori saranno presenti Ando Gilardi Gabriele Mazzotta Paolo Namias Maurizio Rosenberg Colorni la redazione di “Phototeca” la Fototeca Storica Nazionale Ando Gilardi
http://temi.provincia.milano.it/cultura/medialogo/ultimeproduzioni.html Gente di Milano
è una collana di video dedicata a personalità del mondo della cultura, |
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Da quasi due secoli il
Fotografo Artista combatte inutilmente per ammettere quella della Fotografia
nel Pantheon delle Arti Visive quando la diffusione della loro conoscenza
dipende proprio dalla stessa Fotografia: se la legge dei grandi numeri è
vera, l’originale della Gioconda oggi è la sua Fotografia e il quadro al
Louvre è un esemplare senza importanza da mezzo secolo non più fotografato
ma riprodotto da riproduzioni. Sulla Fotografia Artistica pesa una
maledizione: "è troppo fedele, troppo facile per essere presa sul serio". Ma
non è vero: mezzo secolo fa Pablo Picasso in una conversazione registrata da
chi scrive, spiegava che a parità di dimensioni la stampa fotografica a
colori di un quadro che lui dipingeva in due ore, richiedeva due giorni per
un costo maggiore di 100 volte.
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L'intervista è stata prodotta nel 1997
Ando Gilardi: geniale
distruttore di miti.
Ando Gilardi In
questo autoritratto si ritrae in mezzo ad innumerevoli opere d'arte
erotica virtuale. Ando Gilardi Si autodefinisce come un vecchio fotografo invidioso e un po' maligno, rimbambito, cinico, morboso, voyeur, nichilista, sionista, narcisista, ribelle stalinista, velenoso, retorico e perfino zoppo, con una coscienza equina, afflitto da schizofrenia critica con sdoppiamento della personalità e rotolante nel grasso come i ciccioli di maiale alla turca. Sostiene di non essere più capace di scrivere un testo serio su ordinazione, e quando ci prova diventa "estremista, manifestando tutta la velenosa retorica di chi non distingue ciò che davvero pensa dalla massa celebrale di tutto quel lo che pensa". I suoi testi sono dichiaratamente scritti in "barocco",
ovvero con parole che quasi non esistono e includono appena un frammento
di lingua reale, allo scopo di "epatare il lettore", cioè di strabiliarlo.
Abbiamo intervistato questo personaggio per sapere qualcosa di più sul "suo" modo di vedere l'immagine e tutto il mondo che ad essa ruota intorno.
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Biblioteca Civica e S.B.A.A. La Biblioteca si è
integrata con un programma di Mostre Didattiche che trasformano le pareti
della galleria in "scaffali" per la consultazione di Immagini e Testi
complementari. E’ stato elaborato un primo programma di 6 mostre; in questi
giorni è stata aperta la terza. Di seguito i titoli di tutte le Mostre
passate e future. |
dal 28 ottobre 2004 al 25 gennaio 2005 la quinta mostra didattica di Ando Gilardi "L'ABC della follia"
Chi ha visto le precedenti non
ha bisogno di presentazioni.
Biblioteca Civica "La fabbrica dei libri", Via Maggiorino Ferraris, 15 - 15011 Acqui Terme AL Per informazioni: telefono 0144 770267, e-mail: al0001@biblioteche.reteunitaria.piemonte.it
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Per saperne di più: http://www.fototeca-gilardi.com/pages/gilapittguerr.htm
Alla
Biblioteca Civica di Acqui Terme Una mostra didattica non deve essere
"visitata" ma deve essere letta e studiata come un libro di testo. Le sei
mostre didattiche (siamo solo alla terza) di questa Biblioteca con Galleria
d'Arte unica al mondo, sono dedicate ai giovani, che possono leggerle o non
leggerle: come vogliono. Ma sarebbe meglio che le studiassero: se non lo
fanno non sono poi tanto Giovani e nemmeno Adulti: Dio solo sa cosa sono.
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Estate 2003 una prima illustrazione delle conseguenze estetiche nella Pittura antica e moderna della rivoluzione della Fotografia Digitale.
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http://www.fototeca-gilardi.com/pages/gilapittbeve.htm Dal 12 novembre 2003 al 7 gennaio 2004 -
INAUGURAZIONE: Mercoledì 12 Novembre 2003 ORE
17.45 Comunicato stampa della mostra © Testo di A ndo Gilardi<< In meno di due anni gli apparecchi fotografici
digitali hanno sostituito quelli tradizionali, detti analogici: si è
trattato senza confronto della più grande rivoluzione tecnica e iconologica
non solo nella Storia della Fotografia ma della Cultura e dell’Arte visive
di tutti i tempi. La rivoluzione più che storica addirittura epocale è al
principio e le sue conseguenze anche economiche oltre che estetiche sono
imprevedibili: si pensi alla possibilità già in atto di prendere una
fotografia o un breve film con gli ultimi telefonini e alla possibilità di
spedirli subito telefonicamente. La maggior parte dei “consumatori” di
immagini non se ne sono ancora resi conto; la scuola già vecchia sta
invecchiando velocemente. Presso la Biblioteca Civica di Acqui Terme è stata
aperta questa estate per due mesi la prima mostra mondiale di Arte digitale
nata dall’Arte storica: il successo è stato modesto, per visitare e
“capirla” la mostra richiedeva un salto mentale che anche agli esperti
dell’Arte la maggior parte dei quali non sono ancora in grado di compiere. Il 12 novembre nella stessa Biblioteca Civica sarà
aperta una seconda mostra mondiale della Fotografia di Ingrandimento ed
Elaborazione digitali. Questo rivoluzionario procedimento consente infatti
di ingrandire per la stampa, e modificare anche radicalmente le dimensioni e
la forma delle immagini prelevate da un originale (ritratto di persona ) o
da un’altra immagine (ritratto di un ritratto) fotograficamente. Questo
consente altresì il recupero artistico straordinariamente economico
dell’accumulo di miliardi di vecchie e nuove fotografie tradizionali come
delle immagini di ogni genere dell’Arte antica e moderna che riproducono.
Non è facile rendersi conto di cosa questo significa; anche dal punto di
vista sociale. Fra l’altro la fine dell’Arte storica e moderna nelle sue
forme correnti, degli “stili” e dei suoi depositi tradizionali, come i
musei, eccetera. L’operazione dovrebbe interessare soprattutto, per
la conoscenza del problema della trasformazione radicale analogica nella
comunicazione, chi ha già rapporti con l’iconografia e la didattica, come
gli Artisti e gli Insegnanti. La mostra resterà aperta negli orari della
Biblioteca fino a Natale, l’ingresso è gratuito. Le elaborazioni sono
eseguite su antiche (secolari) fotografie di bevitori “famigliari” |
4° L’ABC della Follia – contaminazione e fusione fra le Immagini della Follia tratte dalla Storia dell’Arte, e le poesie di Rimbaud, Lee Master e di altri Poeti. Citazioni elaborate di testi sulla pazzia da Freud e altri psichiatri. 5° Il Vino e l’ Uva nelle Xilografie Popolari – esempi di recupero digitale e ulteriore estetizzazione delle stampe "a risparmio" varie incisioni e disegni; con la collaborazione del Wine Museum of San Fancisco. 6° Combattimento delle Immagini Oscene – rassegna storica della evoluzione dalla Pornografia all’Erotismo e all’Arte narrata in digitale. Il ritorno vittorioso dell’iconografia "vietata" alle Grotte di Clochemerle.
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LIBRI DI ANDO GILARDI
• | Il Risorgimento italiano nella documentazione fotografica, Ferrania, Milano 1960. |
• | Il colore nella fotografia, collana "I documentari", Istituto Geografico De Agostini, Novara 1972. |
• | La Fotografia Creativa. Guida a fabbricare immagini diverse. Fratelli Fabbri Editori, Milano 1977. |
• | Storia Sociale della Fotografia, Feltrinelli Editore, Milano 1976. (ristampa 1981). |
• | Wanted! Storia, Tecnica ed Estetica nella Fotografia Criminale Segnaletica e Giudiziaria, Mazzotta, Milano 1978. |
• | Fotografia macchina per insegnare, Ilford, Saronno (VA) 1979. |
• | Muybridge, il magnifico voyeur, Mazzotta, Milano 1980. |
• | Dalle origini alla fotoincisione: storia di un'immagine molto salata, Ilford, Saronno (VA) 1981. |
• | La fotografia senza obiettivo, Ilford, Saronno (VA) 1981. |
• | Storia Sociale della Fotografia, seconda edizione, Bruno Mondadori, Milano 2000. |
• | Storia della fotografia pornografica, Bruno Mondadori, Milano 2002. |
• | Wanted! Storia, tecnica ed estetica della fotografia criminale, segnaletica e giudiziaria, nuova edizione aggiornata, Bruno Mondadori, Milano 2003. |
Cliccare qui per leggere la presentazione del libro, firmata dal Prof. Faeta (ordinario di Antropologia culturale).
120-32 Narrazione di un episodio di affascinazione, Albano di Lucania, 17-28 maggio 1957
<<
Le mie
istantanee servivano a De Martino come dati mnemotecnici, come nodi visivi
al fazzoletto
della
Fotografia, per rivedere
gli eventi
ed illustrare i suoi testi.
Faeta mostra una rara capacità
di analisi delle fotografie
scrivendo che, mentre quelle
di Pinna e Zavattini avevano
lo scopo
"...di
servire ad altro
fine, culturale e commerciale,
che non quello per cui
erano eseguite..." le mie"... furono
eseguite per funzionare
esclusivamente nel dispositivo
della
ricerca e della riproposizione etnografica e sono realizzate
in una condizione di
grande
umiltà conoscitiva".
Faeta cita
la mia affermazione:
"...mi
spaccavo la testa per capire ciò che de
Martino, che era un uomo la cui
intelligenza funzionava a 360
gradi, volesse, e facevo di tutto
per realizzarlo". E tale del
resto fu sempre il mio impegno nei
molti anni in cui ho fatto il fotografo
per conto di altri antropologi e
sociologi, come Tullio Seppilli,
Diego Carpitella, Silvio
Pampiglione, Danilo Dolci; di cento
sindacalisti della CGIL, fra i
quali il glorioso "bracciante"
Giuseppe Di Vittorio, che nelle sue
"spedizioni" nel Sud anche lui mi
portava con sé, e che oggi vorrei
ricordare, insieme a De Martino e a
tutti, con nostalgia e affetto. >>
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Tra le numerose e particolari mostre fotografiche organizzate da Ando Gilardi,
segnaliamo:
"La Gioconda di Lvov - immagini spontanee e testi relativi ai fatti dello sterminio!
Testo © Paolo Momigliano Levi, Direttore dell'Istituto Storico della Resistenza in Valle d'Aosta, 30 aprile 1997
"La mostra è stata concepita e realizzata da Ando Gilardi, utilizzando
materiali fotografici conservati nella
Fototeca Storica Nazionale
di Milano che porta il suo nome.
Per questa iniziativa Ando Gilardi si è avvalso della consulenza scientifica e
della collaborazione di Angelo Schwartz, Adolfo Mignemi, Paolo Momigliano Levi
e Patrizia Piccini.
La mostra ed il relativo catalogo sono il frutto di un'iniziativa promossa
dall'Istituto Storico della Resistenza in Valle d'Aosta e dall'ANED, d'intesa
con il comitato regionale valdostano per le celebrazioni del 50° anniversario
della Resistenza, della Liberazione e dell'Autonomia.
Inaugurata a Courmayeur l'8 aprile 1995, la mostra - che è a disposizione
gratuita di enti, istituti ed associazioni non aventi scopi di lucro - è
stata esposta fino ad oggi in numerose città italiane.
In molte delle località dove l'esposizione è stata presentata, sono state
promosse iniziative culturali collaterali:
conferenze, rassegne di film ed altre mostre che hanno favorito
l'approfondimento del tema della deportazione nei campi nazisti di
concentramento e di deportazione, che la mostra propone attraverso immagini
fotografiche e brani tratti da saggi sull'argomento.
La Gioconda di Lvov è stata presentata al pubblico di Saint-Vincent
nell'ottobre del 1997,
in occasione di una giornata di studi in ricordo di Primo Levi."
Il catalogo è acquistabile presso la Tipografia
Valdostana, av. du Père-Laurent, n. 5, 11100 Aosta, al prezzo di Euro 9,30
(telefono 0165 / 239.559; Fax: 0165 / 236.648; E-mail:
office@tipvaldostana.it)
Quello che segue è un estratto da una
recensione al libro "Santiago,
Pequena Historia Natural"
"Uso
le parole perversione e
pervertito, secondo il significato più dolce e mite
che possono avere nella privata attività sessuale. La
maggior parte degli uomini e delle donne sono pervertiti:
pochi hanno il coraggio della pratica i più si
accontentano del perverso spettacolo puro e semplice.
Oggi è facile e naturale pervertirsi in questo modo.
Ando Gilardi |
"Segni di Luce, alle origini della fotografia in Italia"
a cura di Italo
Zannier, testi di Zannier,
Costantini,
Becchetti, Settimelli,
Gilardi,
Malandrini,
Reteuna, Montemurro, Beltramini,
Leone, edito da A. Longo Editore per
iniziativa della Amministrazione Provinciale
di Ravenna, 200 pagine, numerose illustrazioni, "Ecco una ammirevole
raccolta di saggi, fra i quali, purtroppo,
quello del sottoscritto. Un testo
che avevo scordato e rimosso dalla
mia confusa coscienza, e che ho commesso lo sbaglio di leggere. Ahimé!
che se scrivere è una colpa,
rileggere è un castigo troppo crudele. Così come oggi mi
sono fisicamente ridotto e non reggo a
salire più di quattro scalini,
mentalmente non posso produrre dei testi più lunghi di
mezza cartella, come quelli di questa
rubrica, dove ogni scheda non supera cinquecento
parole. Eppure ne sono appagato
perché il testo breve, il cosiddetto pezzullo, ha una storia antica almeno
come il Magnificat, che ne è un
magnifico esempio. Del resto il
pezzullo è ideale per la fotografia che conta solo 150 anni. Permettete
una breve parabola come quelle dei
pezzulli di Cristo: un certo Bernardo
del mio paese, quando morì, e a me pare
ieri, aveva la stessa età della
fotografia: centovent'anni. |
La presentazione di quest'intervista è stata pubblicata sulla rivista ApARTe°6 << Quaderno Creativo n. 6 ottobre 2002 >> in occasione di un'intervista ad Ando Gilardi, di Pino Bertelli "Sulla storia infame della fotografia
pornografica e sulla storia bastarda della fotografia sociale"
|
Ando Gilardi visto da Pino Bertelli
FOTOgraphia, anno XI, n. 103, Luglio 2004, pagg. 65-66
Luca B. Pagni
© Roma, 23
gennaio 2004 - 23 settembre 2007 |