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Domenico, ex corsista OR, ci parla di lui
Autore: Obiettivo Reporter
- Pubblicato il 18/11/11 - Categoria
Fotografia & Dintorni
Domenico, presentati, che formazione hai avuto?
Ho 44 anni, vivo a Cusano Milanino, ho sviluppato la mia parte artistica come attore teatrale, con corsi di recitazione, e parallelamente sono sempre stato un tecnico elettronico, fino al 2008.
Ho portato avanti gli studi di recitazione con l’idea di fare l’attore e in questo ambiente mi sono avvicinato all’illuminotecnica di teatro. Insieme a questo ho sempre frequentato corsi di fotografia. L’immagine e la fotografia sono sempre stati nella mia vita, il cinema in particolare. Il mondo delle luci in teatro mi ha incuriosito molto, ho iniziato a fare spettacoli come disegnatore luci; a un certo punto ho avuto l’esigenza di cercare una scuola per far diventare questa mia passione un lavoro concreto finchè mi hanno preso all’Accademia della scala come lighting designer, nel 2008.
Lasciato il mio lavoro tradizionale ho cominciato a fare il disegnatore luci, a tempo pieno, come freelance, in teatri e compagnie teatrali. Negli stessi anni ho approfondito la mia passione per la fotografia, finchè nel 2011 mi sono iscritto a OR, per vedere se questa passione potesse essere trasformata in un lavoro, perchè nel mio lavoro, pur essendo fantastico, spesso e volentieri non si hanno soddisfazioni.
Da quando ti sei avvicinato alla fotografia?
Dal 1999, ma l’esplosione è stata abbastanza recente, nel 2007, quando è scattato il click.
Come mai hai deciso di iscriverti a OR?
Perchè stavo cercando un corso di reportage e mi sembrava una delle opportunità più interessanti nel panorama milanese, mi sembrava qualcosa che avesse intenzione di raccontarti davvero cosa è il lavoro di reportage.
Come giudichi il corso di OR nel suo insieme?
Lo giudico positivo, nel corso OR vengono date delle nozioni molto realistiche di cosa incontrerai domani se vuoi fare questa professione, viene raccontato realmente cosa è questo lavoro; questo è importante perchè è davvero ciò che si incontra se si approfondisce questa professione.
Perchè tu hai approfondito giusto?
Sto approfondendo ancora, da due mesi sto facendo lavoro di fotogiornalista, un mese da stagista e da un mese da freelance vero e proprio, se penso a quando ho iniziato mi sembra che sia passato un anno per quante esperienze sono state vissute in questi due mesi.
Con cosa ti sei dovuto confrontare, che cosa ti sei trovato di fronte?
Dall’omicidio agli show televisivi più leggeri, la giornata la si decide la mattina, a meno che non ci sia qualcosa di importante già deciso, con la responsabile di produzione dell’agenzia si decide cosa seguire, circa tre servizi al giorno, che per quanto mi riguarda è già un numero impegnativo.
Tornando a parlare di OR, cosa pensi del programma, della didattica?
Ovviamente mi riferisco al primo corso OR, che ho frequentato. L’idea didattica è buona, il fine per cui è stato concepito OR mi sembra buono, col senno di poi probabilmente noi siamo stati una sorta di test per lo staff, un test per comprendere le reali necessità di chi si avvicina a questo mondo, e quali strumenti sia più importante sviluppare all’interno di un corso di questo tipo.
Se devo trovare un lato negativo, è stato la disomogeneità delle esperienze pregresse dei singoli corsisti, questo da un lato ha obbligato a seguire o affrontare certi temi che magari sarebbero dovuti essere superati più velocemente. Questo ha tolto un po’ di tempo all’approfondimento reportagistico vero e proprio, che era il mio interesse principale. Da un altro punto di vista è stato utile perchè ho approfondito altre cose.
Cosa ne pensi del corpo docente che ha seguito OR1?
Direi che alcuni docenti sono stati molto attenti nel dare indicazioni, nel fare osservazioni e nel raccontare il lavoro giornalistico, anche con molta precisione, altri, molto raramente, si sono raccontati, più che parlare del lavoro giornalistico di per sé, e questo per me era un po’ deviare dall’intento del corso. Avrei aggiunto un fotogiornalista che lavora realmente sulla cronaca, alla luce di quello che sto facendo ora, che mi sembra sia un’ottima visione della realtà del fotogiornalista di cronaca.
Hai già trovato una collaborazione stabile?
No, in questo campo e in questo momento storico mi sembra poco probabile.
Hai trovato ciò che cercavi o hai scoperto una strada nuova?
Sto facendo una cosa che mi è apparsa, che è dedicarmi alla cronaca, se da un lato forse è il lavoro meno remunerativo nella fotografia, dall’altra dà possibilità di crescita a velocità esponenziale e questo io non me l’aspettavo, di contro questo non mi permette di sviluppare servizi fotografici più complessi e vendibili, per intenderci servizi per settimanali e mensili, perchè questo settore, la cronaca, ti occupa molto tempo e energia e rimane meno tempo per approfondire e sviluppare una notizia. E’ comunque molto affascinante, anche se non permette di vivere solo di questo.
Dove eri due anni fa e dove sarai tra due anni?
Due anni fa ero in teatro, disegnavo luci e insegnavo recitazione.
Tra due anni sarò un fotografo freelance e magari lavorerò a dei reportage di ampio respiro, che possano essere affrontati con il dovuto tempo/spazio.