Testi » Riflessioni » Scheda Articolo

Si può ancora scattare con la pellicola?
Autore: Fulvio Lo Cicero
- Pubblicato il 13/01/12 - Categoria
Riflessioni
La maggior parte delle persone che si occupano di fotografia e gli stessi fotografi (amatori o professionisti) oggi utilizza le macchine digitali. Ci sono almeno un milione di ragioni che giustificano questa scelta. In ambito professionale, la velocità del digitale rende senza senso, oramai, utilizzare ancora la pellicola e le vecchie anche se fascinose macchine analogiche. I fotoreporter scattano una serie di immagini di avvenimenti che sono pubblicate quasi in diretta sui siti internazionali di informazione. Ma anche per altri generi di fotografie, quelle pubblicitarie ad esempio, la committenza esige tempi rapidi, perché il digitale e la comunicazione sul web hanno modificato profondamente la nostra percezione e utilizzazione del tempo. Forse ciò incide anche sulla fruizione dell’immagine: completamente differente appare la visione di essa su stampa e su monitor. A parte la consistenza dei colori (che sul monitor, come noto, tendono a deteriorarsi o a modificarsi), è diverso proprio il modo di considerare l’immagine stampata da quella che appare sul monitor, esattamente come diverso è compulsare un quotidiano o una rivista stampati e un giornale on line. Tutto ciò dovrebbe però indurre a qualche riflessione supplementare sulla persistenza della fotografia analogica nella nostra civiltà elettronica. Perché, nonostante l’enorme diffusione della fotografia digitale, l’analogico non è del tutto scomparso, anzi sembra dimostrare una certa reviviscenza anche se in un mercato di nicchia? In fondo, in altri settori del tutto diversi, le innovazioni hanno definitivamente cancellato determinati prodotti, che nessuno si sognerebbe di utilizzare più (si pensi al telegrafo, ai telex con schede perforate, ai candelabri per illuminazione, ecc.). Quello che vogliamo dire è che le innovazioni tecnologiche tendono a sommergere in modo subitaneo i prodotti obsoleti, quando la medesima funzione viene svolta in modo più efficiente e con minore costo economico. Perché con la fotografia analogica ciò non è ancora successo? Una spiegazione possiamo trarla dal fatto che la fotografia non può essere paragonata ad una semplice tecnologie di funzioni ma è un arte. E, esattamente come accade con la pittura e la musica (un quadro e uno spartito vengono eseguiti nello stesso, identico modo da secoli, perfino con gli stessi strumenti, nonostante il fatto che la tecnologia può riprodurre quadri e musiche all’infinito con l’impiego dell’elettronica), è probabile che l’uomo non smetterà mai di utilizzare un supporto “manuale” qual è indubbiamente la pellicola e la riproduzione analogica. Conseguentemente, il fotografo potrebbe essere concepito proprio alla stregua di un pittore, che utilizza vari supporti e varie tecniche: affresco, tela, carta, disegno, olio, tempera ed altre alchimie coloristiche. Allo stesso modo, il fotografo potrebbe continuare a concepire il suo spazio di luce nella dicotomia fra pellicola chimica e sensore-pixel, camera oscura e software di elaborazione, avendo sempre di fronte a sé un’immagine che è nata prima di tutto nella sua mente, per poi essere proiettata nel mondo esterno grazie ad una tecnica riproduttiva.