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Riportiamo una breve conversazione con Erminio Annunzi, con le sue risposte che definiscono in modo cristallino un concetto che ci sentiamo di condividere appieno:
Photographers: "Erminio, cosa ne pensi del contrapposto tra analogico e digitale, sopratutto in termini di possibilità di ritocco e lavorazione dell'immagine?"
Erminio: "Trovo
ormai stucchevole e immotivata la discussione che vede contrapposti i sostenitori
della purezza analogica contro la "falsità" del digitale, i sostenitori
del "non si tocca nulla" e quelli che stravolgono l'immagine.
Premetto che nel mio lavoro utilizzo indifferentemente entrambi i sistemi.
Tralascio le considerazioni sulla semplicità o a facilità di realizzare
PP in analogico o digitale; quando uno sà come fare una cosa la stessa gli appare più facile.
Voglio concentrarmi su un elemento importante che la fotografia
possiede, ovvero la possibilità offerta all'autore di esprimere
contenuti di vario genere all'interno del frame fotografico: contenuti
non solo oggettivi ma anche soggettivi, e le modalità (costruttive) con
cui l'immagine verrà mostrata, serve a farli percepire entrambi. Semmai
domandiamoci se ciò che viene mostrato abbia un valore oltre al fatto di
piacerci o meno.
Orra arriviamo alla PP su pellicola; sono sempre
esistite possibilità manipolative, di varia natura, sui materiali
analogici. Non è quindi corretto affermare che alle pellicole
fotografiche non si possa fare PP, ed è troppo semplicistico ridurre
l'intervento effettuabile solo con il superficialissimo termine Cross
Process.
Questi processi sono più complessi e coinvolgono la scelta
della pellicola, la sensibilità di esposizione, i tempi di sviluppo, la
temperatura di sviluppo, la tipologia dei bagni (E6/C41) ed altro ancora
e non necessariamente tutti assieme ;-)).
Nel post ho inserito 3
immagini una è realizzata con la tecnica del BleachbyPass e le altre due
con Cross Process impostato per ottenere i colori, i contrasti e la
grana Voluti sin in partenza. Non è possibile approfondire ulteriormente
questo argomento perchè richiederebbe pagine e pagine."
P: "molti fotografi giovani usano anche pesantemente le possibilità di ritocco offerte dal mezzo digitale per trasformare e stravolgere l'immagine prodotta, vedi il digitale come maggior possibilità in termini di risultato artistico finale?"
E: "Ritengo questa contrapposizione futile, è come cercare la risposta se è nato prima l'uovo o la gallina. Molte cose che PS fa' si facevano e si fanno con la pellicola e la stampa. In fondo non si è inventato nulla di particolare, solo che lo strumento è più veloce, ma poi il collo di bottiglia è sempre uno: Chi lo usa lo strumento?"
P: "alla luce del'orientamente dei giovani a spostare il focus dalla fotografia come immagine catturata all'immagine come prodotto artistico, pensi che l'analogico abbia ancora qualcosa da dire in termini di arte?"
E: "Il risultato artistico è un insieme complesso di fattori, troppo spesso si pensa che l'immagine debba colpire per ciò che mostra e si perde di vista l'elemento sostanziale e cioè che deve colpire per quello che contiene.
La fotografia tutta, possiede le potenzialità per esprimere contenuti, concetti ed idee fino a rasentare l'artisticità. Mi viene in mente un autore che ora lavora molto in digitale ma che non rinnega i suoi lavori analogici ricchi di contenuti e valori artistici. Mi riferisco a Franco Donaggio, un autore molto ricercato, andate a vedere i suoi lavori in analogico bianco e nero.
Con Simpatia e Buona Luce....;.)"
Erminio Annunzi©

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Biografia
Erminio Annunzi, nato a San Benedetto del Tronto (AP) il 31 luglio 1960.
Nel periodo 1985/1990 ha collaborato con varie riviste italiane ed estere di natura a carattere divulgativo e scientifico (Picus, Ethos, Piemonte Parchi). Sue immagini sono apparse su libri e guide di natura.
Dal 1987 si occupa con grande impegno di fotografia reportage, paesaggio, natura.
Nel 1992 inizia una collaborazione con l’agenzia fotografica “Daily Press” e con l’agenzia “Associated Press”, occupandosi di fotografia sportiva e reportage. E' grazie a queste collaborazioni che pubblica fotografie sulle maggiori testate giornalistiche italiane (Corriere della Sera, Gazzetta dello Sport, La Voce, Il Giornale, La Repubblica).
Parallelamente al lavoro professionale, ha portato avanti progetti personali sul paesaggio naturale e urbano e sul reportage che sono stati utilizzati per mostre personali, collettive esposte all’estero e per articoli su alcuni magazine.
Dal 1999 è docente di tecnica fotografica, fotografia di paesaggio e creatività presso l’Istituto Italiano di Fotografia, e ha all’attivo numerosi workshop fotografici tra cui il TPW. Attualmente insegna nei corsi di fotografia Canon Academy e cura diversi workshop organizzati dallo Spazio FORMA. Parallelamente al lavoro di fotografo e docente, scrive articoli sulle testate fotografiche Tutti Fotografi e Fotonotiziario.