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Il mio viaggio sull'acqua
Autore: Irene Cabiati
- Pubblicato il 28/03/16 - Categoria Cultura Fotografica
Irene Cabiati
Che cosa può raccontare uno scavo nella terra che porta acqua nei campi? Apparentemente nulla. Per me, all’inizio era soltanto il tracciato che avrei seguito per una passeggiata. Ero partita da Chivasso (Torino) e ,quello che mi scorreva di fianco, era il Canale Cavour. Dopo un’ora mi sono trovata davanti ad uno spettacolo inconsueto: due corsi d’acqua si stavano incrociando senza toccarsi. Davanti a me il canale si inoltrava su un ponte, sotto il quale scorreva la Dora Baltea. Più avanti , il Cavour, per oltrepassare il Sesia, si infilava in una galleria scavata sotto il letto del fiume. La passeggiata è diventata un viaggio di quasi 5 anni che si è concluso con una mostra fotografica che ha principalmente lo scopo di far conoscere un aspetto culturale dell'agricoltura poco conosciuto. La mostra è aperta a Chivasso (To), Palazzo Einaudi, dal 9 aprile al 5 giugno 2016.
Ogni tanto, a piedi, in bicicletta e persino in autogiro (una macchina volante), andavo al Canale per scoprirne i segreti. Ho scoperto che il progetto, voluto da Camillo Cavour, è stato realizzato fra il 1863 e il 1866 da 14 mila uomini ( ma c’erano anche donne e bambini) che l’hanno scavato a mano: 86 chilometri (da Chivasso a Galliate (Novara), tutto con pale e secchi.
Incontri
Nel mio viaggio ho conosciuto gli acquaioli che ogni giorno governano il sistema irriguo di 20 mila chilometri capace di portare acqua, campo per campo, nelle dosi giuste e al momento giusto. Ho parlato con gli agricoltori che mi hanno spiegato perché ogni primavera, migliaia di ettari vengono allagati per favorire la germinazione del riso trasformando la pianura in un immenso specchio d’acqua. E ho capito come, in 150 anni, terre desolate siano state trasformate nel triangolo d’oro del riso: è il Canale che, prelevando acqua dai fiumi, e portandola dove necessario, le ha rese produttive, creando le premesse per il benessere di migliaia di agricoltori.
Concerto per acque
Ho visitato le abbazie dei monaci che, per primi, nel Medioevo, tentarono di bonificare terre incolte e paludose. Sono entrata nella casa di campagna di Cavour, a Leri, dimenticata e devastata dai vandali .
Ma soprattutto ho goduto il concerto sommesso delle acque, nel grandioso silenzio delle risaie, che ha accompagnato i miei passi. Per anni avevo viaggiato per il mondo, fra oceani e deserti. Poi ho scoperto che anche a pochi chilometri da casa ci sono meraviglie sconosciute che appartengono alla terra in cui vivo. Da questa esperienza è nata la mia mostra fotografica dedicata ai 14 mila uomini che con il sudore hanno creato un’opera che ancora oggi dopo 150 anni svolge puntualmente il suo lavoro trasformando terre incolte nel triangolo d'oro del riso.
La foto storica qui pubblicata evoca la costruzione della tomba sifone sotto il torrente Elvo: i benestanti si facevano fotografare nel cantiere, sullo sfondo i manovali al lavoro ©Associazione irrigazione Ovest Sesia-Coutenza Canali Cavour
la mie foto sono pubblicate nella sezione Galleria