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Testi » Cultura Fotografica » Scheda Articolo

Ritratto fotografico da strada
Autore: Raffaella Milandri - Pubblicato il 16/08/16 - Categoria Cultura Fotografica
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Ritratto nepalese-Raffaella Milandri

Fondamentalmente, sono una street photographer. Amo appostarmi nelle strade, o all'ingresso di un tempio, o sedere su una panchina per ore, finchè faccio parte del paesaggio e nessuno fa più caso a me, o finchè non mi amalgamo con le persone creando un rapporto empatico che trasforma la mia macchina fotografica in un terzo occhio e non in un elemento estraneo fra me e il soggetto rappresentato. Per un ritratto, la prima regola è sempre chiedere il permesso al soggetto fotografato, prima e/o dopo. Alle volte basta un cenno con la testa, o un sorriso indicando la macchina fotografica, se la foto non viene utilizzata a scopi commerciali. In caso invece di utilizzo diverso, sempre meglio portarsi dietro dei MODEL RELEASE da compilare. Se il soggetto che abbiamo scelto non è favorevole a farsi ritrarre, meglio desistere subito. Non insistere, nè tantomeno scattare foto senza il consenso. Altrimenti la fotografia diventa violenza, indiscrezione, e -quasi- un furto. Personalmente, sono contraria alle pose studiate. Molte persone, non abituate a farsi ritrarre, si irrigidiscono terribilmente, restituendoci una immagine con sorrisi forzati e occhi sbarrati. Meglio quindi "convivere" con il soggetto per un pò, facendo degli scatti di prova che tante volte sono quelli migliori. Per un ritratto, mai avere paura di avvicinarsi troppo. Ma per fare questo,  occorre una grande carica umana ed empatica, che è la prima qualità dello street photographer ritrattista. La strada diventa un grande stage dove ci si conosce, si comunica e soprattutto ci si fa conoscere. Eliminando ogni timore. Purtroppo, in Paesi in via di sviluppo, laddove ci sono molti turisti, si sviluppa il malcostume della "elemosina fotografica" , ovvero di qualche spicciolo allungato che libera la coscienza al fotografo e dà la impressione al soggetto di poter vivere senza lavorare, facendo il "modello" per turisti, come i mimi di strada del mondo occidentale. Ma illudere una bella bambina, in un paese povero, che magari può evitare di andare a scuola e in futuro di lavorare, perchè può mantenersi con le foto dei turisti, è una cattiveria bella e buona. Quando si scattano delle foto, sempre meglio poi mostrarle al soggetto fotografato: è sempre un momento di gioia e di curiosità soddisfatta e , tutto sommato, il modo per trovarsi entrambi dallo stesso lato della macchina fotografica.

 

 

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