Testi » Recensioni libri » Scheda Articolo

Questo libro, anzi questo diario, racchiude un’immagine colta in una porzione di estraneità, la ripresa di persone in cammino, corpi e volti inattivi e sconnessi, scivolati lungo una strada, sussurrando silenzi propri dell’andare, della relazione tra il corpo che si muove e il ruolo di cui la strada è investita; sia esso simbolico o simulato. Una soglia o per meglio dire una sorta di interzona attraverso la quale il corpo è protagonista del caso come motore invisibile degli intrecci delle nostre vite e del potere evocativo dell’immagine, capace di fare scattare le istantanee dell’immaginazione. Alberto Damian, attraverso il suo obiettivo fotografico, sembra voler scoprire una coordinata esatta come punto di osservazione, scegliendo di lasciarsi andare ignorando il grado di latitudine nord o quello di longitudine ovest nei quali è intrappolato. Il ‘suo’ guardare, in questa avventura, è un guardare volti e genti e persone che non guardano, guarda e riprende persone che passano, da un unico luogo, un’unica frazione di tempo, e guarda senza essere guardato. Vede senza essere visto. Quello che propone, dunque, è una sorta di ‘furto’: riprende l’esposizione indifesa e senza possibilità di posa di chi passa.
Shop: 551 Madison Avenue New York