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Testi » Mostre » Scheda Articolo

THE BOSNIAN IDENTITY di Matteo Bastianelli
Autore: Officine fotografiche - Pubblicato il 06/01/10 - Categoria Mostre
Gradimento: Molto Interessante
Questa pagina è stata visitata 2738 volte

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Un orologio, un paio di occhiali, un pettine. Tutti oggetti identitari ritrovati nelle fosse comuni che riconducono a vite spezzate, rimaste senza un nome e una degna sepoltura. Matteo Bastianelli attraverso luoghi, persone e oggetti ha tracciato la triste realtà delle identità perse negli anni del conflitto serbo-bosniaco. Un passato ancora tangibile nel presente che il tempo e la memoria non ha cancellato.

Teatro agli inizi degli anni Novanta di un conflitto interetnico e interreligioso tra musulmani, ortodossi e cattolici, la Bosnia a quindici anni dalla fine del conflitto è un Paese in cui le ferite sono rimaste aperte. Il costo in vite umane, nell’ex Jugoslavia tuttora non è definito: mancano all’appello 30.000 esseri umani, scomparsi nella furia omicida. Grazie al lavoro dell’International Commission on Missing Persons (ICMP) di Sarajevo, su tutto il territorio della Bosnia Erzegovina ancora oggi vengono ritrovati oggetti e corpi a cui spesso è difficile restituire un nome e un’identità. Matteo Bastianelli attraverso le città di Cerska, Srebrenica, Tuzla, Mostar e Sarajevo ha ricostruito questa storia dell’orrore. Il suo lavoro ha dato vita a The Bosnian Identity (L’identità della Bosnia), una selezione di fotografie tratte dal lungo reportage realizzato a più riprese tra Bosnia e Repubblica Srpska. L’anteprima di una parte del lavoro verrà presentata il 16 gennaio a Officine Fotografiche (in mostra fino al 3 febbraio). Una mostra che vedrà come ultima tappa naturale, proprio Sarajevo. Coniugando l’esperienza umana a quella professionale, Matteo Bastianelli è riuscito a entrare con discrezione nel profondo di una realtà mai scontata e superficiale. «Questo lavoro – spiega l’autore - è nato grazie al volontariato. Il primo viaggio mi ha segnato profondamente. Raccogliendo le storie e i ricordi di più di settanta famiglie, conosciute attraverso un progetto di adozione a distanza dall’Italia, promosso dalla Fondazione Onlus “Il Giardino delle Rose Blu”, un’associazione che alterna campi e progetti di volontariato in alcune aree dei Balcani». The Bosnian Identity nasce come contributo di commemorazione nei confronti delle vittime scomparse e come omaggio all’affettuosa accoglienza della popolazione bosniaca. Al bianco e nero delle immagini, si alternano ombre che ricalcano luoghi, persone e avvenimenti, spesso inquietanti fino all’angoscia. Il giovane fotoreporter da questa esperienza bella e sconvolgente allo stesso tempo, non ha solo ricostruito la triste realtà delle identità perse. Le sue immagini rievocano un passato ancora tangibile nel presente che il tempo e la memoria non hanno cancellato. Luci e ombre fotografiche non schiariscono il racconto drammatico di un popolo che ha vissuto la crudeltà di una guerra senza senso, ma quanto meno ricostruiscono frammenti di vita, di luoghi e persone le cui sorti sono ancora oggi, avvolte dal mistero.

La mostra è organizzata da Officine Fotografiche in collaborazione con Marta Dahò curatrice progetti espositivi.


E' stata prodotta con il contributo di Interno Grigio di Daniele Coralli e con la collaborazione della Fondazione Internazionale Onlus “Il giardino delle rose blu”.


Matteo Bastianelli, nato nel 1985 a Velletri (Roma), è fotografo freelance e giornalista. Dopo la maturità scientifica ha frequentato la Scuola Romana di Fotografia. Attualmente sta realizzando diversi progetti a lungo termine sulla condizione di vita dei senzatetto, sui centri sociali della Capitale, sul sistema sanitario in Croazia e sul genocidio operato dai serbi nei confronti dei musulmano- bosniaci tra Cerska, Srebrenica, Tuzla, Mostar e Sarajevo. Le sue immagini sono state pubblicate su alcuni dei maggiori quotidiani nazionali, tra cui Il Messaggero, Il Corriere della Sera e Liberazione.

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