Giunta alla quindicesima edizione, MiArt ha confermato i due curatori – Donatella Volonté per l’arte moderna e Giacinto Di Pietrantonio per quella contemporanea – che già dall’anno scorso avevano dato alla rassegna un volto nuovo, puntando a proposte più selettive e mirate.
Dopo anni di lamenti sull’aspetto provinciale del MiArt e sulla
sciatteria degli allestimenti, quest’anno gli stand sono ben presentati
e spaziosi, le gallerie selezionate, la piantina per orientarsi è ben
fatta. Ma per quel che riguarda l’organizzazione dello spazio, mancano
sempre le indicazioni per i bagni e le uscite; per di più, da un punto
di vista architettonico, l’ingresso è semplicemente orrendo e lo spazio
della fiera pure.
Fiore all’occhiello di questa edizione doveva essere il catalogo
(Silvana Editoriale), arricchito da un ampio testo di Giorgio Verzotti
sull’arte dagli anni Settanta fino alla metà degli anni Novanta,
considerata attraverso la storia delle gallerie italiane e dei suoi
artisti più significativi. Usiamo il termine “doveva” perché, con fare
imbarazzato, ci hanno detto che l’agognato catalogo non risulta ancora
pronto (evviva il tempismo!), mentre voci di corridoio sussurravano
dell’esistenza di poche copie concesse solo ai “top” giornalisti. A
farla breve, io non ho potuto neppure vederlo e vi posso solo
raccontare le mie impressioni sul campo, senza le adeguate verifiche
del fantomatico catalogo.
Ebbene, diciamo subito che la fotografia quest’anno è davvero ben
rappresentata da alcuni bravi galleristi e che qua e là si trovano
lavori fotografici davvero interessanti. Un premio lo meriterebbero
Jarach di Venezia e MC2 Gallery di Milano: entrambe le gallerie hanno
puntato con coraggio su autori italiani spesso giovani (cosa che nel
clima esterofilo del nostro Paese non è da poco), tutti davvero di alto
livello.
Franca Giovanrosa “Cittaltra #25 2009″ courtesy Mc2gallery Milano
Tra le migliori gallerie dedicate alla fotografia spiccano Ca’ di Frà (Milano) con i suoi autori classici (Joel Peter Witkin, Giacomelli, Nino Migliori e le polaroid di Franco Fontana) e Paci Arte Contemporanea (Brescia) che con rigore punta sulla fotografia surreale, onirica o nata da precise messe in scena.
Nobuyoshi Araki “Senza Titolo” Courtesy Collezione Composti della Ca’ di Fra’
A MiArt Paci presenta alcune opere splendide Sandy Skoglund (autrice entrata a buon diritto nella storia della fotografia già dagli anni Ottanta), ma anche i francesi Clark & Pougnaud e il ceco Michal Machu, entrambi di alto livello e già affermatissimi all’estero. Una new entry è la galleria Camera 16 (Milano) che è partita di recente con una bella mostra di Irina Ionesco. Chiacchierando con il gallerista Carlo Madesani si capisce subito che è uno con le idee chiare, capace di scegliere bene gli autori. A riprova di tale impressione basta guardare il suo stand, dove si trovano le opere molto interessanti della coreana Gayle Chong Kwsan, che parte da oggetti abbandonati per poi trasfigurarli con la fotografia, e quelle del lituano Indre Serpytyte, con immagini inquietanti e ambigue che evocano il passato comunista del suo Paese. Un’altra galleria, in questo caso non rivolta solo alla fotografia, ma che ci pare capace di fare proposte di alto livello non scontate, è Impronte Contemporary Art (Milano): per prima ha infatti portato in Italia l’artista russa Anastasia Khoroshilova, le cui opere sono state anche esposte e apprezzate nella recente mostra Storia Memoria Identità. Fotografia Contemporanea dall’Est Europa (a cura di Filippo Maggia e della Fondazione cassa di Risparmio di Modena). A MiArt questa galleria presenta uno splendido video di G. Kasmalieva e M. Djumaliev e un’opera della spagnola Eulalia Valldosera, cui dedicherà prossimamente una mostra personale che, a giudicare dal lavoro esposto, sarà da non perdere.
Gulnara Kasmalieva and Muratbek Ddjumaliev “Truck-2-2006″ courtesy Impronte Contemporary Art
Gironzolando qua e là, dentro stand in cui dominano pitture e
istallazioni, si possono anche scoprire delle “chicche”: da Poggiali e
Forconi (Firenze) spicca l’opera dell’egiziano Youssef Nabil con le sue
fotografie ritoccate a mano; la Galleria Milano (Milano) ospita due
magnifiche polaroid di Davide Mosconi, nonché una preziosissima stampa
di Man Ray (da guardare e riguardare con ammirazione); la Galerie
Esther Woerdehoff (Parigi) presenta due opere del tedesco Michael
Schnabel della serie Stille Berge, con emozionanti immagini di montagne
riprese di notte e avvolte nell’oscurità; da Suzy Shammah (Milano) c’è
invece una grande opera del bravissimo Carlo Benvenuto e presso A
Palazzo Gallery (Brescia) un’opera di John Stezaker che crea collage a
partire da vecchie fotografie (per farsi un’idea più precisa di
quest’autore già affermatissimo all’estero si può vedere il catalogo
che gli ha dedicato la galleria).
Dopo questa carrellata di suggerimenti alla visita, vorrei dare una
sorta di premio al coraggio e alla serietà delle scelte lontane dai
miraggi del mercato, a due gallerie: AMT, Torri & Germinian
(Milano) e la Galleria dell’Arco (Palermo-Shanghai). Alberto Matteo
Torri della AMT si appresta infatti ad aprire una galleria nel centro
di Bratislava e propone in fiera una giovane artista slovacca – Petra
Feriancova – con un delicato ma tenace lavoro sulla memoria. Mentre
Roberto Ceresia della Galleria dell’Arco ha puntato tutto su un autore
cinese, Lee Kit, con opere minimali e poetiche che nulla hanno a che
fare gli accattivanti e lustri lavori, proposti in genere da chi si
occupa di arte cinese contemporanea: bravo dunque l’artista Lee Kit, ma
bravo anche il gallerista Roberto Ceresia nel sostenere un lavoro
magnifico, non da salotto, che richiede palati fini.
MiArt. Fiera Internazionale d’Arte Moderna e Contemporanea
Fieramilanocity - Ingresso Porta Teodorico, viale Scarampo
26/28-03 ore 11-20
29-03 ore 11-17