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La libreria - Lo scaffale di Agosto 2010 |
Classic
Il Marcel del titolo è il grande scrittore francese Marcel Proust. Eva Tomei, la fotografa, descrive attraverso delicate e ben composte immagini in bianco e nero un viaggio nei luoghi dello scrittore e dei suoi personaggi. Così, dalla foto di apertura, che rappresenta un tranquillo corso d'acqua sul quale galleggiano le ninfee nel mezzo di un bosco di Illiers-Combray, dove forse ha giocato il ragazzo Marcel quando trascorreva le sue vacanze nella casa paterna, si passa al parigino Bois de Boulogne; dalle coste ventose della Normandia si passa a Venezia, città che viene a più riprese evocata nella Recherche come una di quelle in cui la vita del Narratore si è svolta. Il libro fotografico di Eva Tomei si apre con un testo introduttivo di Paolo di Paolo e presenta in un elegante impaginato classico trentasei immagini in bianco e nero e di formato quadrato, intervallate solo da breve citazioni proustiane che scandiscono le varie tappe del viaggio. Naturalmente, e per fortuna, non si tratta di semplice illustrazione dei luoghi ma di una ricerca personale dell'autrice delle sensazioni che attraverso il linguaggio fotografico è possibile far filtrare di quei luoghi legati alla memoria proustiana. La fotografia diventa un metodo evocativo così come lo era la scrittura per il grande autore. “Pochi scrittori come Proust hanno saputo descrivere il fascino violento, sensuale e malinconico dei luoghi che esistono nella memoria, nel sogno, nell'attesa, nel suono del loro stesso nome e non là dove sono. O non più. Pochi come Proust hanno saputo spiegare come l'autentica, più profonda natura di un luogo si componga di elementi immateriali. (…) I luoghi non appartengono al sempre, ma alla magia di un istante che non si ripete. Come le fotografie. Le mappe in cui davvero li troviamo, sono scritte con i battiti del cuore.” Queste righe tratte dalla introduzione di Paolo Di Paolo ben descrivono il nesso tra i luoghi proustiani e le immagini fotografiche raccolte nel volume.
Pop
Ci ritroviamo di nuovo in viaggio nel secondo libro che abbiamo scelto per le recensioni di agosto, mese di vacanza e quindi più che mai appropriato ai viaggi. Il volume fotografico Pop City presenta novanta immagini a colori realizzate da Alberto Furlani in diversi paesaggi urbani d'Europa. Anche qui nulla di descrittivo o didascalico: non si cerca neanche di capire dove sono state scattate le fotografie ma si viene subito coinvolti dalla forza di queste immagini, dai colori densi, dagli squarci di luce, delle composizioni che a volte richiamano momenti della Pop Art e a volte sono personali interpretazioni a colori della street photography. Scrive Fausto Raschiatore nella introduzione al volume: “Un taccuino in cui gli appunti si trasformano in immagini; è il processo da cui nasce Pop City, un percorso contemporaneo della fotografia italiana. Pop City è un quaderno personale e intimo, un book d'immagini realizzate negli ultimi dieci anni (…) immagini che l'autore lavora in post-produzione, pratica di cui fa un utilizzo ragionato, in linea con la filosofia digitale accolta, diretta non a modificare il contesto oggetto d'indagine, ma solo a 'incidere' i fotogrammi dei tratti strutturali della propria sensibilità, affinché essi veicolino i significati con maggiore incisività”.