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Souvenir. La cartolina d'auguri nei primi anni del Novecento. La collezione Mayen.
Autore: Leonardo Muscas - Pubblicato il 29/12/10 - Categoria Mostre
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Souvenir. La cartolina d’auguri nei primi anni del Novecento. La collezione Mayen.

Mostra fotografica.

 

Tardo Ottocento, primi anni del Novecento. È il periodo d’oro della cartolina illustrata. Henry Toulouse Lautrec, Marcello Dudovich, Alphonse Mucha, artisti specializzati in pubblicità, si dedicano a questa nuova forma espressiva, nobilitando un genere ancora non ben definito.

Ma, oltre ai pittori, la cartolina attira anche i fotografi, in bilico tra pittorialismo e documentazione.

Si stampano piccoli cartoncini, destinati talvolta al mero collezionismo, oppure ad essere affrancati e spediti. Spesso il francobollo viene apposto sulla facciata anteriore, e non su quella posteriore come si userà negli anni a venire. E anche i messaggi variano dai sintetici saluti a comunicazioni più lunghe, alternative alle epistole tradizionali (quando lo spazio sul retro non è sufficiente, si scrive anche sull’immagine frontale). A volte rivelano un corteggiamento, oppure sono scambi affettuosi tra fidanzati. Il 15 novembre 1909 un innamorato in ansia, indecifrabile la firma, affida alla cartolina la sua pena : “mia cara Yvonne, sono molto meravigliato dal tuo silenzio e ho aspettato tanto una tua risposta alla mia lettera…”  

Sono circa ottocento i pezzi originali in esposizione presso il centro cagliaritano d’arte e cultura “Il Ghetto”, dal 21 dicembre 2010 al 23 gennaio 2011. La mostra è realizzata da Socrates. Struttura che da un ventennio si occupa di immagini e di processi comunicazionali, ha ritrovato e acquistato in blocco la Collezione Mayen dall’antiquario parigino Monsieur Ferrand.

Della figura di Mayen non si hanno notizie, l’antiquario non rivela chi sia, né possiede un suo ritratto. Si sa, però, che nel decennio fra il 1900 al 1910 egli creò una raccolta nell’ambito del filone della cartolina d’auguri e che mise insieme la pressoché intera produzione francese di quel periodo. Nessuna illustrazione pittorica, sono tutte cartoline fotografiche in bianco e nero, molte di esse colorate a mano. E sono divise in quattro sezioni. Le donnine, i bambini, gli innamorati, i raccontini. Appartengono al periodo delle “cartoline illustrate”. Ma non sempre era stato così. Infatti, la prima post-card del mondo, emessa in Austria il 1° ottobre 1869, non aveva figurazioni: era un semplice ed elegante cartoncino color avorio con l’indirizzo del destinatario e il francobollo impresso (non incollato) su un lato, che nasceva come alternativa economica alla posta ordinaria. Fu poi la Francia, nel 1870, ad introdurre la versione illustrata, dando il via ad un successo che crescerà negli anni successivi, raggiungendo l’apice in occasione dell’Esposizione Universale di Parigi, nel 1900, quando gli editori diedero alle stampe sessanta serie diverse di cartoline. Poco dopo, nel 1902, la Gran Bretagna introdusse l’uso del divided-back, la linea verticale che separa l’indirizzo del destinatario dallo spazio utilizzabile per la stesura del messaggio.

Nei primi anni del Novecento prende piede il fenomeno della “cartofilia”. Sono sempre più numerosi i collezionisti. I più esigenti scelgono un tema specifico fra i tanti proposti dai produttori: le automobili, gli animali, le guerre, i paesaggi, le vedute cittadine, le cartoline augurali, come nel nostro caso. Il fenomeno ha un rapido successo, raggiunge l’apice nel 1925, poi un altrettanto rapido declino.

Ora, a distanza di un secolo dalla data di emissione delle immagini in mostra, queste assumono una valenza ulteriore, documentale, rispetto a quella originaria. Sono diventate anche una testimonianza del gusto, dei costumi e della moda di un’epoca che, alla luce del successivo velocissimo progresso, ci appare fantasiosa e ancora più lontana di quanto realmente sia.

 

(testo di Leonardo Muscas su contenuti informativi di Socrates)

 

      

        

 

 

 

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