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Testi » Cultura Fotografica » Scheda Articolo

ALBERI
Autore: salvatore marrazzo - Pubblicato il 22/01/11 - Categoria Cultura Fotografica
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Fasci di ombre segnati dalla luce, intricati grovigli arborei. Eppure tutto è vero, naturale. Per raggiungere gli stessi effetti cui perviene Marrazzo in pittura Max Ernst si era inventato due tecniche: “il frottage” che consiste nello sfregamento di una matita su un foglio sotto il quale sia stato posto un particolare oggetto e “il grattage” ossia raschiare una superficie che era stata in precedenza ricoperta di colore fino ad ottenere immagini più o meno casuali. Marrazzo, invece, osserva i particolari della natura seleziona e scatta. Platone insisteva sulla passività dell’immagine artistica: l’artista non fa che imitare la natura, tutt’al più ha il merito dell’opportuna scelta dell’oggetto imitato: scelto l’oggetto egli non può che riprodurlo nelle sue caratteristiche proprie. Ma è spesso l’interpretazione che si dà all’imitazione che le toglie proprio questo carattere di passività. Così Lukàcs, che definisce l’arte come “rispecchiamento della realtà”, intende poi questa realtà come il risultato del rapporto reciproco tra la natura e l’uomo e perciò vede nell’arte “il modo di espressione più adeguato e più alto dell’autocoscienza dell’umanità”. E, da questo punto di vista, l’imitazione non si distingue dalla creazione. Croce, riprendendo Hegel, sosteneva che “l’arte non riproduce alcunché di esistente, ma produce sempre alcunché di nuovo, forma una nuova situazione spirituale, e perciò non è imitazione ma creazione”. Il corollario principale di questa concezione è la scarsa importanza attribuita ai mezzi tecnici dell’espressione artistica. Marrazzo passa con disinvoltura dalla pittura alla fotografia senza alcuna remora di fedeltà al “medium”. Un’attività complessa, quindi, in cui l’opera di Marrazzo è intesa dall’autore in aggiunta, senza distruggerla, a quella della natura. L’arte non prescinde dalla natura ma la subordina a sé e l’uomo gode di questa subordinazione come di un bisogno appagato. Così come Kant definiva l’arte, come attività non mercenaria, “un semplice giuoco cioè un’occupazione di per se stessa piacevole che non abbisogna di altro scopo”. Un “sollazzo” come sembrerebbe intendere Marrazzo con la sua opera, ma con esiti di grande interesse. Nino Vassallo Gente Di Fotografia
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