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metamorfosi in se'
Autore: nina kalinova'
- Pubblicato il 05/02/11 - Categoria
Mostre
l’Obiettivo sugli artisti
Fotografia:
e l’equino
diventò...
“divano”
“Metamorfosi in sé” è
stata intitolata la personale
di Nina Kalinovà
(nella foto a destra)
inaugurata il 10 settembre
al Kalhesa di Palermo. L’artista
è di origine slovacca
ma ormai si è stabilita in Sicilia
(Finale) dove coltiva
due amori, il marito e la fotografia.
Nel piccolo centro
della costa tirrenica ha aperto
uno studio fotografico
ma, ovunque si trovi, trasforma
gli scatti del suo
obiettivo in arte.
Lei sostiene che solo quando
si nasconde
dietro l’obiettivo
riesce a mettere
veramente
a fuoco ciò che
ha dinanzi. Ma
noi aggiungiamo
che l’obiettivo
lo porta incorporato
in sé.
La sua esperienza
fotografica
è cominciata
circa 15 anni
fa nella sua terra.
In Sicilia ha
poi sviluppato
l’interesse per i
giochi della luce
con l’acqua,
con gli animali,
con i tratti umani,
con la vegetazione
naturale,
capta la luce non
solo nei volti ma
anche nei piedi e
nelle mani. Lavora
col bianco
e nero.
Il suo scatto non
ama proporre
p a e s a g g i m a
u g u a l -
m e n t e
sprofonda
nella natura,
predilige
la
somiglianza tra esseri umani e
alberi, figure che mette in relazione
nell’armonia delle forme.
Così accade anche con gli
animali. Nina riprende persino
l’antica simbiosi tra l’uomo
e il cavallo e ne ritrae la
disponibilità e la generosità reciproche.
E come non rimanere colpiti,
infine, anche dalla profondità
dei volti umani dagli sguardi
che suscitano emozione ed
anche soggezione?
La fotografia di Nina Kalinovà
è movimento e staticità, lei non ha temi
definiti dinanzi al suo obiettivo, non programma:
“Vivo alla giornata – ci ha detto –,
ma, quando è possibile, mi piace immortalare
l’attimo per l’eternità”.
Ora rimaniamo in attesa che l’artista presenti
al pubblico un importante lavoro, un foto-
reportage sulla missione “speranza e carità”
di Biagio Conte sulla cui esperienza sta
realizzando un libro e una mostra.
L’inaugurazione della mostra è stata allietata
dalle note di violino del maestro Francesco
Nicolosi, musicista del teatro Massimo
di Palermo.
Ignazio Maiorana
Fotografia:
e l’equino
diventò...
“divano”
“Metamorfosi in sé” è
stata intitolata la personale
di Nina Kalinovà
(nella foto a destra)
inaugurata il 10 settembre
al Kalhesa di Palermo. L’artista
è di origine slovacca
ma ormai si è stabilita in Sicilia
(Finale) dove coltiva
due amori, il marito e la fotografia.
Nel piccolo centro
della costa tirrenica ha aperto
uno studio fotografico
ma, ovunque si trovi, trasforma
gli scatti del suo
obiettivo in arte.
Lei sostiene che solo quando
si nasconde
dietro l’obiettivo
riesce a mettere
veramente
a fuoco ciò che
ha dinanzi. Ma
noi aggiungiamo
che l’obiettivo
lo porta incorporato
in sé.
La sua esperienza
fotografica
è cominciata
circa 15 anni
fa nella sua terra.
In Sicilia ha
poi sviluppato
l’interesse per i
giochi della luce
con l’acqua,
con gli animali,
con i tratti umani,
con la vegetazione
naturale,
capta la luce non
solo nei volti ma
anche nei piedi e
nelle mani. Lavora
col bianco
e nero.
Il suo scatto non
ama proporre
p a e s a g g i m a
u g u a l -
m e n t e
sprofonda
nella natura,
predilige
la
somiglianza tra esseri umani e
alberi, figure che mette in relazione
nell’armonia delle forme.
Così accade anche con gli
animali. Nina riprende persino
l’antica simbiosi tra l’uomo
e il cavallo e ne ritrae la
disponibilità e la generosità reciproche.
E come non rimanere colpiti,
infine, anche dalla profondità
dei volti umani dagli sguardi
che suscitano emozione ed
anche soggezione?
La fotografia di Nina Kalinovà
è movimento e staticità, lei non ha temi
definiti dinanzi al suo obiettivo, non programma:
“Vivo alla giornata – ci ha detto –,
ma, quando è possibile, mi piace immortalare
l’attimo per l’eternità”.
Ora rimaniamo in attesa che l’artista presenti
al pubblico un importante lavoro, un foto-
reportage sulla missione “speranza e carità”
di Biagio Conte sulla cui esperienza sta
realizzando un libro e una mostra.
L’inaugurazione della mostra è stata allietata
dalle note di violino del maestro Francesco
Nicolosi, musicista del teatro Massimo
di Palermo.
Ignazio Maiorana