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COME CREARE UN' IMMAGINE ED USCIRNE SANI E SALVI
Autore: gabriele donati
- Pubblicato il 26/02/11 - Categoria
Tutorial
Ai miei esordi era la domanda che più mi assillava: come riuscire a produrre un immagine partendo da una idea in testa. Per me era un mistero di come la mente dei fotografi potesse partorire delle soluzioni creative tali, partendo apparentemente dal nulla.
Con gli anni e l'esperienza ho scoperto poi che nulla è lasciato al caso ed ho cominciato ad abbandonare l'idea che i fotografi fossero esclusivamente dei mistici in grado di avere delle visioni.
Inizialmente l'errore che tendenzialmente si può fare è quello di dire "scatto a raffica e quello che viene, viene". Potrebbe essere una buona idea nel caso si cerchi una raffica record di scatti da cestinare. Il concetto dal quale si deve partire è che si deve scattare lo stretto necessario, vincolo che esisteva con la pellicola, ma che deve valere anche per il digitale.
Per cui occorre partire da una idea precisa di quello che si vuole ottenere, sia in termine di luci che di posizioni, lasciandoci comunque la possibilità di variare il tema in corso d'opera.
Per facilitare la spiegazione, prenderò come esempio un lavoro di arredamento effettuato tempo fa. Lo still life presenta meno variabili rispetto alle persone e al reportage, ma non per questo non può essere tenuto come scaletta universale per creare e fotografare un set.
Primo punto: spuntare le matite e cominciare a scarabocchiare quello che ci frulla per la testa. Anche se la nostra esperienza artistica si ferma ai disegnini delle elementari, ci servirà ugualmente a rendere le idee chiare e a trasformarle in qualcosa di tangibile:

Mi rendo conto che si tratta di uno sforzo inusuale, ma è estremamente necessario per non continuare a frullarsi il cervello con pensieri ed idee non attuabili.
Questo schizzo servirà per farsi un elenco delle cose necessarie per allestire il set, delle luci che servono per illuminare e della voglia che sarà necessaria per terminare il tutto.
In corso di allestimento del set stabilite fin dall'inizio l'inquadratura, ponendo gli elementi grossolanamente sul set, farlo a situazione allestita si potrebbero presentare spiacevoli inconvenienti. Meglio tenerne conto fin dall'inizio per non darsi delle martellate sulle gengive quando la cosa sarà difficilmente modificabile.
A set allestito ponetevi nell'inquadratura e cominciate ad allestire le luci, magari facendovi aiutare da una persona disposta a sopportare questa fase così paranoica. Questo martire vi permetterà stando voi sul punto dell'inquadratura, di fare modifiche anche millimetriche alla luce, ottenendo qualcosa che da soli sarebbe pressochè impossibile o molto difficile.
Bene, direi che, salvo crisi isteriche, siamo al momento dello scatto vero e proprio.
Se la situazione ve lo permette cercate di scattare su cavalletto e, toccando il meno possibile la macchina fotografica, cercate di effettuare diverse esposizioni. Ovvio che su un set di moda o simili non posso lavorare con la stessa modalità, ma l'idea del variare l'esposizione anche di poco ci permetterà in fase di elaborazione dei files, di recuperare eventuali errori.
(ricordate che i mobili rimangono fermi e se sbaglio rifaccio anche il lavoro, ma una modella non torna a gratis perchè ho sbagliato...)
Prima di smontare tutto, fate sempre una verifica delle acquisizioni, meglio perdere un minuto di più per essere sicuri di tutto quello che si è fatto.
Apriamo il file con il nostro programma preferito, in questo caso l'onnipresente photoshop:

Cominciamo ad osservare le incongruenze rispetto al nostro bozzetto iniziale: colori non corrispondenti, linee che cadono, oggetti sbagliati o mancanti e tutto quello che è migliorabile con il fotoritocco. Creiamo un elenco scritto di tutto quello che vogliamo sistemare. Tendenzialmente cerchiamo di agire il meno possibile sul file per non renderlo troppo finto e non far decadere la qualità originale ( meglio usare il formato nativo della macchina fotografica, raw o chi per lui).
Se in questa fase non avete ancora tentato di tagliarvi le vene o di uccidere il vicino, gioite: siete quasi alla fine.
Normalmente prima di tutto faccio la spuntinatura della foto: con il timbro o il cerotto tolgo tutti i puntini e gli sporchi del file. E' una fase noiosa, ma fa la differenza nel risultato finale.
Poi passo alle modifiche più grosse come quantità di lavoro. Preferisco farle all'inizio quando l'entusiasmo è più alto; poi ci si spegne come delle candele e il rischio di abbandono quando il lavoro è tanto, rimane alto. Nel mio caso ho aggiunto il soffitto, che per ovvie ragioni non potevo mettere, ho pareggiato il colore di destra e aggiunto qualche ombra:

Poi diamoci alle modifiche "gioiose": oggetti da aggiungere, riflessi migliorativi ed ombre generali:
A questo punto possiamo scegliere se festeggiare con una birra e gongolarci nella soddisfazione del risultato o se addentrarci nel mondo della stampa e rischiare un'altra embolia. Per me basta un rischio alla volta e decido di fermarmi qui.
Con gli anni e l'esperienza ho scoperto poi che nulla è lasciato al caso ed ho cominciato ad abbandonare l'idea che i fotografi fossero esclusivamente dei mistici in grado di avere delle visioni.
Inizialmente l'errore che tendenzialmente si può fare è quello di dire "scatto a raffica e quello che viene, viene". Potrebbe essere una buona idea nel caso si cerchi una raffica record di scatti da cestinare. Il concetto dal quale si deve partire è che si deve scattare lo stretto necessario, vincolo che esisteva con la pellicola, ma che deve valere anche per il digitale.
Per cui occorre partire da una idea precisa di quello che si vuole ottenere, sia in termine di luci che di posizioni, lasciandoci comunque la possibilità di variare il tema in corso d'opera.
Per facilitare la spiegazione, prenderò come esempio un lavoro di arredamento effettuato tempo fa. Lo still life presenta meno variabili rispetto alle persone e al reportage, ma non per questo non può essere tenuto come scaletta universale per creare e fotografare un set.
Primo punto: spuntare le matite e cominciare a scarabocchiare quello che ci frulla per la testa. Anche se la nostra esperienza artistica si ferma ai disegnini delle elementari, ci servirà ugualmente a rendere le idee chiare e a trasformarle in qualcosa di tangibile:

Mi rendo conto che si tratta di uno sforzo inusuale, ma è estremamente necessario per non continuare a frullarsi il cervello con pensieri ed idee non attuabili.
Questo schizzo servirà per farsi un elenco delle cose necessarie per allestire il set, delle luci che servono per illuminare e della voglia che sarà necessaria per terminare il tutto.
In corso di allestimento del set stabilite fin dall'inizio l'inquadratura, ponendo gli elementi grossolanamente sul set, farlo a situazione allestita si potrebbero presentare spiacevoli inconvenienti. Meglio tenerne conto fin dall'inizio per non darsi delle martellate sulle gengive quando la cosa sarà difficilmente modificabile.
A set allestito ponetevi nell'inquadratura e cominciate ad allestire le luci, magari facendovi aiutare da una persona disposta a sopportare questa fase così paranoica. Questo martire vi permetterà stando voi sul punto dell'inquadratura, di fare modifiche anche millimetriche alla luce, ottenendo qualcosa che da soli sarebbe pressochè impossibile o molto difficile.
Bene, direi che, salvo crisi isteriche, siamo al momento dello scatto vero e proprio.
Se la situazione ve lo permette cercate di scattare su cavalletto e, toccando il meno possibile la macchina fotografica, cercate di effettuare diverse esposizioni. Ovvio che su un set di moda o simili non posso lavorare con la stessa modalità, ma l'idea del variare l'esposizione anche di poco ci permetterà in fase di elaborazione dei files, di recuperare eventuali errori.
(ricordate che i mobili rimangono fermi e se sbaglio rifaccio anche il lavoro, ma una modella non torna a gratis perchè ho sbagliato...)
Prima di smontare tutto, fate sempre una verifica delle acquisizioni, meglio perdere un minuto di più per essere sicuri di tutto quello che si è fatto.
Apriamo il file con il nostro programma preferito, in questo caso l'onnipresente photoshop:
Se in questa fase non avete ancora tentato di tagliarvi le vene o di uccidere il vicino, gioite: siete quasi alla fine.
Normalmente prima di tutto faccio la spuntinatura della foto: con il timbro o il cerotto tolgo tutti i puntini e gli sporchi del file. E' una fase noiosa, ma fa la differenza nel risultato finale.
Poi passo alle modifiche più grosse come quantità di lavoro. Preferisco farle all'inizio quando l'entusiasmo è più alto; poi ci si spegne come delle candele e il rischio di abbandono quando il lavoro è tanto, rimane alto. Nel mio caso ho aggiunto il soffitto, che per ovvie ragioni non potevo mettere, ho pareggiato il colore di destra e aggiunto qualche ombra:
Poi diamoci alle modifiche "gioiose": oggetti da aggiungere, riflessi migliorativi ed ombre generali:
A questo punto possiamo scegliere se festeggiare con una birra e gongolarci nella soddisfazione del risultato o se addentrarci nel mondo della stampa e rischiare un'altra embolia. Per me basta un rischio alla volta e decido di fermarmi qui.