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L’8-2-1916 al Cabaret Voltaire di Zurigo, germoglia un nuovo impulso artistico formatosi nel retroterra della prima guerra mondiale, ed estesosi, quasi contemporaneamente, negli Stati Uniti, in Francia e in tutti i paesi del vecchio continente.Un gruppo di artisti anticonformisti, rifugiatisi in terra elvetica, fonda il primo dei movimenti artistici postbellici: il movimento Dada |
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Il fine di questo nuovo movimento viene indicato nell’omonimo Manifesto pubblicato nel n. 3 della loro rivista, nel 1919, nel quale è ravvisabile:
- La definizione della guerra come fallimento della società borghese;
- la rottura con l’arte ed il passato per dare impulso all’omogeneità delle specializzazioni artistiche con sperimentazioni che esulassero dalle ingabbiature elitarie;
- rendere, attraverso la sperimentazione, il rifiuto, la disapprovazione e quindi la provocazione, la consapevolezza dell’assurdità del mondo.
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Nacquero così “Cadeau” di Man Ray un ferro da stiro pieno di punte acuminate poste sulla lastra di fondo e “la ruota di bicicletta” capovolta su uno sgabello di Marcel Duchamp che successivamente, nel 1914, diede vita al suo primo ready made. Marcel Duchamp (1887-1968) operava così
la desacralizzazione dell’artista e la decontestualizzazione dell’oggetto
d’arte: opere di ribellione intellettuale per la privazione delle
radici ottocentesche dell’arte. |
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Il movimento, con le sue sperimentazioni, influenzò tutte le arti compresa la fotografia. La fotografia viene “considerata un autentico materiale grezzo, un dato iconico manipolabile allo stesso livello di qualunque altra sostanza concreta passibile di essere, in qualche modo, ritagliata o combinata e quindi integrata” (A.De Paz) con altri materiali per raggiungere in un gioco di simbolismi un’unità diversa che dia un messaggio scioccante. E’ la tecnica del foto collage, le images trouvèes, tagliate o ritagliate ed assemblate in modo da scandalizzare il pubblico con una visione inusuale, quella che utilizzano gli artisti dada. Una tecnica impiegata per la prima volta a Berlino e rivendicata da Raoul Hausmann, George Grosz e John Heartifield.
Anche qui una piccola disputa: da una parte Hannah Hoch e Raoul Hausmann affermarono che l’idea dell’uso di questa tecnica venne loro guardando delle foto di militari prussiani ai quali erano state incollati volti nuovi per dare più altezzosità ai personaggi originali; dall’altra parte Grosz e Heartfield che già si scambiavano, quando erano soldati, cartoline-collages, combinando ritagli di annunci pubblicitari, etichette e illustrazioni di riviste per sfuggire ai controlli della censura. © Maria Fina Ingaliso Collaboratrice DAC - FIAF Bibliografia: - A new History of Photography-Michel
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