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Dal 24/09 al 25/11/2011 al CIFA di Bibbiena. Mostra: Una Giornata Italiana
Autore: Leonardo Muscas - Pubblicato il 22/09/11 - Categoria Mostre
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Il 17 marzo 1861 viene promulgata la prima legge del neonato stato nazionale. Votata a larghissima maggioranza al Senato (solo due voti contrari) e all’unanimità alla Camera dei deputati, consta di un articolo unico con il quale Vittorio Emanuele II assume il titolo di Re del nuovo Regno d’Italia, dando così legalità costituzionale alla Nazione. È il punto d’arrivo di un percorso storico che configura una singola soggettività statuale per un territorio fino ad allora frammentato in numerosi e piccoli domini, ma è anche l’inizio di una nuova fase. L’unità di un popolo nasce ed è cementata da qualcosa di più forte delle guerre e delle leggi. Fatta l’Italia, diceva Massimo d’Azeglio, occorre fare gli italiani. Da allora, in un processo d’innovazione non sempre gestito dai poteri istituzionali, molto è mutato. La scolarizzazione, la conversione di un’economia agricola in un’altra industriale, due guerre mondiali, il passaggio dalla forma di governo monarchico ad uno repubblicano sono solo alcuni dei cambiamenti intercorsi in questo ultimo secolo e mezzo. Tra le parole pronunciate dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel corso dei suoi interventi di quest’anno vi sono quelle che ricordano “ il cammino lungo e travagliato compiuto dalla nostra nazione negli ultimi 150 anni”.”Eppure eravamo partiti da condizioni di grave arretratezza (…). Da questo nostro Paese, che dopo l’unificazione non riuscì per lungo tempo a offrire prospettive di lavoro a troppi dei suoi figli, partirono nel corso di un secolo, emigrando nel resto d’Europa e nel Nuovo Mondo, al di là degli oceani, oltre venticinque milioni d’italiani. È solo da poco più di vent’anni che l’Italia è divenuta invece un paese d’immigrazione (…) ultimo segno della trasformazione che l’economia e la società italiana hanno conosciuto (…). Siamo consapevoli dell’ineguagliabile valore del patrimonio storico di cui – nella modestia delle nostre persone – siamo eredi come italiani, e quindi della responsabilità che ci spetta di mostrarcene degni custodi e continuatori.”

Ci sono, nella mostra Passione Italia – 17 marzo 2011 – Una giornata italiana, tra i vari generi e temi fotografici, anche ritratti di gente del Nord, del Centro, del Sud e delle Isole. Tra questi vediamo visi dalle peculiarità somatiche rivelatrici di un patrimonio umano arricchito d’italiani nuovi, che entrano a far parte di un popolo prossimamente (se non già) multiculturale e multietnico. Anche loro, a volte, sono ripresi sullo sfondo di una via, di una piazza, di un monumento antico o moderno del Bel Paese o vicini al tricolore. Storia e identità è la prima delle tematiche traccianti il percorso lungo cui si dipana l’esposizione. Lavoro, scienza e tecnologia, Ambiente e energia, Natura e paesaggio, Vita quotidiana, sono i titoli che fanno da guida agli svolgimenti dell’argomento da parte degli aderenti alla proposta. Si tratta di un ambizioso e riuscito progetto collettivo, nato dall’idea della FIAF e di Seat PG, con l’avallo d’importanti partner istituzionali, che espone al CIFA, il Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, più di mille fotografie selezionate tra gli oltre 35.000 scatti trasmessi dai quasi 4.500 iscritti all’iniziativa. Sono foto realizzate il 16 e 17 marzo scorsi, la vigilia e il giorno del 150° anniversario dell’Unità d’Italia. Parallelamente a quella di Bibbiena, definita nazionale, sono previste oltre 200 mostre locali dislocate nelle varie regioni. Questa grande esposizione, articolata in varie sedi in tutto il territorio italiano, è una mostra concettualmente unitaria, che rivela uno spaccato della realtà contemporanea della nostra nazione.
Un’iniziativa dal duplice e importante significato. Da un lato è un esempio della capacità organizzativa e della forza aggregante della FIAF che per più di un anno, attraverso l’incessante azione dei suoi organismi centrali e delle strutture periferiche, ha mantenuto alta l’attenzione dei potenziali partecipanti con una capillare attività informativa e di sostegno: per mezzo dei siti dedicati - principalmente il blog di Passione Italia – le newsletter, i Tavoli 150 (allestiti nelle principali manifestazioni fotografiche di piazza) e la rubrica mensile sull’argomento pubblicata sulla rivista ufficiale della Federazione FotoIT. Ma soprattutto è il segno che gli italiani si sentono tali. Migliaia di persone che aderiscono all’invito del Comitato Organizzatore riversandosi il 16 e il 17 marzo 2011 nelle strade, nelle piazze, nei luoghi d’Italia per fotografare la “realtà italiana” il giorno del centocinquantenario dell’Unità della Nazione e il giorno della sua vigilia, sono un indice non solo dell’influenza, del credito della provenienza della proposta ma anche della rilevanza del tema, il cui rilievo è profondamente avvertito.
Questa mostra non è solo la documentazione, la presa d’atto della realtà d’Italia con i suoi paesaggi, le sue persone, il suo patrimonio d’arte, storia e società nell’occasione in cui si celebra la ricorrenza della sua nascita ufficiale ma anche la prova di un’identità nazionale.

L’invito di Passione Italia non era rivolto (necessariamente) alla cattura delle belle visioni, alla ricerca dell’estetismo puro. Il senso sostanziale dell’operazione è rinvenibile, in buona misura, nel suo esito, registrazione non solo delle immagini fotografate ma anche di un fenomeno che, con queste grandezze, non ha precedenti: l’affluenza simultanea, nel territorio di tutto lo stivale, di migliaia di persone ad un evento collettivo ed unitario. Non solo professionisti, non solo amatori, ma anche chi semplicemente possiede un cellulare con la funzione di fotocamera e partecipa non tanto da appassionato o specialista della fotografia ma perché italiano emotivamente coinvolto da una ricorrenza che sente sua. Non è essenziale, in questo contesto, la soluzione artistica o la perfezione tecnica, ma il cospetto delle foto che testimoniano a un tempo il fotografo e il fotografato: l’esistente dinanzi agli occhi e la presenza attiva e condivisa di chi questi occhi li ha usati. Il suo intervento, il suo esserci in un’occasione speciale.
Nella poetica bressoniana il momento risolutivo della ripresa è quello in cui lo spazio e il tempo coincidono in un ordine formale che riconosce il significato del fatto. Nell'inventiva di Ghirri le foto sono le tessere di un puzzle che si va man mano ricomponendo. Riflettiamo su questo imponente progetto collettivo, sul numero record dei partecipanti, sulle tantissime immagini catturate nelle due giornate stabilite, preparate e attese – che solo quelle potevano essere. E constatiamo, quindi, con delicata volontà e un po’ di fantasia, una rappresentazione, in plurime declinazioni, di un istante decisivo pensato in anticipo e lungo 48 ore. Un prospetto corale che consegna a posteri e contemporanei un mosaico complesso della vita di una nazione.






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