"Quel ramo del lago di Como, che volge
a mezzogiorno, tra due catene non interrotte di monti,…………….", iniziano
così i Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, (pubblicato nel 1827 e a
dispense nel 1840-1842), ma potrebbe essere benissimo la veduta di Como
che, nel 1833, il fisico e botanico inglese
William H. Fox Talbot (1800-1877)
in un suo viaggio in Italia ritrasse con la sua camera oscura e che gli
suscitò l'emozionalità "dell'immutabile bellezza della natura" tanto da
farlo dedicare alla sperimentazione di quelli che definì poi "disegni
fotogenici" : riuscire a fissare le affascinanti immagini della camera
oscura.
Facciamo un passo indietro, la camera
obscura, conosciuta sin dai tempi di Aristotele e sfruttata dai pittori
già dal Cinquecento, permetteva la proiezione rovesciata dell'immagine
catturata attraverso un foro posto su questa camera o scatola buia. In
questo modo si rendeva "ricalcabile" qualsiasi soggetto o veduta panoramica.
Erano questi disegni che Talbot intendeva fissare sulla carta. Dopo varie
sperimentazioni riuscì, sembrerebbe nello stesso periodo della scoperta
di Daguerre( 1839 annuncio ufficiale all'Accademia delle Scienze - 1839
annuncio alla Royal Society dei risultati di Talbot), nell'agognato procedimento
" attraverso il quale si possono tracciare oggetti naturali senza l'aiuto
della matita": la carta salata, ossia il disegno fotogenico. Ma,
il problema si rilevò essere, come lo era stato per Niepcè e Daguerre,
il fissaggio. |
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L'astronomo, Sir Johnn Herschel,
socio come lo era Talbot della Royal Society,aveva, ancor prima di Talbot,
sperimentato con esito positivo il procedimento di fissaggio (l'iposolfito
arrestava l'azione della luce e il lavaggio con acqua pura eliminava i
sali d'argento) e noncurante dei risultati raggiunti, li comunicò a Talbot;
risultati che Talbot, senza timore alcuno li fece diventare suoi, del
resto Herschel aveva altri obiettivi che non quello di essere annoverato
fra i pionieri della fotografia.Spetta ad Herschel il merito di aver coniato
il termine fotografia: dal greco fos=luce e grafo=scrivere,
ossia scrivere con la luce.
LA DIVERSITA' DEI PRIMI DUE PROCEDIMENTI INGLESI
Il procedimento di Herschel è a immagine evidente, cioè sia sul
negativo sia sul positivo la formazione dell'immagine avviene lentamente
e sotto l'effetto della luce, l'arresto è dato invece dalla mancata esposizione
alla luce e dal fissaggio; Il procedimento di Talbot è ad immagine
latente, cioè sia sul negativo sia sul positivo la formazione dell'immagine
avviene con l'uso di soluzioni chimiche (acido gallico e nitrato d'argento)
con l'uso di una soluzione di sviluppo ed una di fissaggio. Questo procedimento
prese il nome di calotipia e si contrappose, se non altro come
procedimento di riproducibilità dell'immagine, alla dagherrotipia.
Ma ecco comparire sulla scena di nuovo il nostro Mr. Bayard, che anche
stavolta reclamava un posto al sole.
LA CARTA SALATA
- la carta viene trattata con una soluzione di cloruro di sodio alla quale
si sovrappone una soluzione concentrata di nitrato d'argento.
- si mettono a contatto gli oggetti che si vogliono impressionare e si
espongono alla luce.
- lavare in acqua corrente, fissare in un bagno di fissaggio comune quindi
rilavare ed asciugare la fotografia così ottenuta.
© Maria Fina Ingaliso Collaboratrice DAC - FIAF
Bibliografia:
- Storia sociale della Fotografia - Ando Gilardi - Bruno Mondatori
- A new History of Photography-Michel Frizot - Konemann
- Enciclopedia La Nova UTET
- Piccola Storia della Fotografia - Diego Mormorio |