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Lo stagnante panorama editoriale italiano registra in questo inizio anno due significative novità. La prima è sicuramente l’uscita dell’edizione italiana di Wired, il magazine- fenomeno statunitense che in Italia vantava numerosi affezionati anche nell’edizione in lingua originale. Edita da Conde Nast, la mitica casa editrice di Vogue, Wired Italia segue le orme tracciate dall’originale trattando soprattutto temi legati all’Higth Tech, strizzando anche l’occhio a settori che in Italia sono marginalizzati.
Facile prevedere un buon volume di vendite, vista anche la grafica accattivante (una delle cose che a casa nostra lascia molto a desiderare) e l’intevento di veri e propri guru di settore. L’intervista al premio Nobel Rita Levi Montalcini, testimonia quest’ultima affermazione.
Lanciato da un grosso battage pubblicitario, serata di presentazione a Milano e varie performance in giro per la città, riapre i battenti Playboy Italia, l’altra novità presente nelle edicole. Cancellata dai piani editoriali, insieme ad altre gloriose riviste patinate, il magazine per antonomasia per soli uomini, ritenta la carta italiana editata da Play Media Company. Sfogliandola , la solita formula. Belle ragazze, paginone centrale, racconti di firme celebri e lusso ed extralusso.
Le ragazze, secondo il mio modesto parere, non sono a livello dello standard della testata, ma offrono lo stesso un piacevole intrattenimento. Difficile azzardare le prospettive di vendita, anche se la sensazione è che non si punti tanto al prodotto stampato ma alle immagini in movimento distribuite in vari modi.
Le due riviste sono agli antipodi: proiettata al futuro Wired, “conservatore” Playboy. Riusciranno i nostri eroi a rimanere a galla nella palude editoriale italiana? Alle edicole l’ardua sentenza.
Mimmo Torrese