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A due anni dalla mostra Cinema Moment, HP è ancora una
volta sponsor tecnico di una mostra di Douglas Kirkland.
Questa volta si tratta di FABFIVE, fino al 26 ottobre presso la Triennale di
Milano, che festeggia al contempo i 50 anni di carriera del noto fotografo di
scena e i primi 5 anni dell'edizione italiana del magazine Vanity Fair.
La prima parte della mostra raccoglie una sessantina di
riproduzioni tratte dal volume Freeze
Frame, una collezione di immagini realizzate sui set cinematografici di
tutto il mondo, oltre a due foto aggiunte "all'ultimo momento", per
volere dello stesso autore, e scattate durante le riprese di "Australia",
diretto da Baz Luhrmann e in uscita l'anno prossimo. Sì perché Kirkland, a
partire dai primi "fortunati" ritratti di Liz Taylor e di Marilyn
Monroe poco prima che morisse (alcuni
ricorderanno una mostra a Palazzo Reale di qualche anno fa che raccoglieva
proprio quest'ultimi lavori), ha davvero attraversato una porzione
straordinaria della storia del cinema, mettendo al servizio delle maggiori
produzioni la propria professionalità e, niente di male ad ammetterlo, potendo spesso
"beneficiare" degli schemi luce dei migliori direttori della
fotografia.
Sono i rossi accesi di molti scatti di Kirkland a fornirci
una prima occasione per verificare una delle novità di questo modello,
presentato di recente a Photokina: fra i dodici inchiostri di cui è dotato, il nuovo Rosso
Cromatico HP73 connota in maniera evidente la resa dei toni caldi. |
Veniamo ora alla sezione della mostra che più ci
incuriosiva: le foto scattate da Kirkland su commissione di Vanity Fair Italia
per festeggiare il quinto compleanno del magazine.
La produzione, muovendosi tra Cinecittà e altre location in
Italia e Portogallo, ha ricostruito il più fedelmente possibile le scene,
comprese le luci (vale la pena di ricordarlo!), di alcuni dei più famosi film
della storia del nostro cinema - come La
Ciociara, Ieri Oggi e Domani, 8 e ½,
Il Gattopardo, Profondo Rosso... - con la collaborazione di molti degli
attori nostrani del momento. Scelta non facile, perché a rischio di derive
kitsch. E' inoltre emblematico notare quanto, fra gli artisti coinvolti, siano proprio
quelli meno "osannati" ad essersi prestati con maggior entusiasmo ed
umiltà, finendo col risultare più intensi (ergo convincenti), a riprova che
serietà e genuina passione sono ingredienti da non sottovalutare mai.
Non vogliamo qui soffermarci su Kirkland - che ha dato
ancora una volta prova della sua estrema professionalità ed (impagabile) voglia
di mettersi in gioco anche con le nuove tecnologie digitali, senza tuttavia,
non vogliatecene, un risultato artistico straordinariamente brillante - ci
piace piuttosto l'idea che l'editoria italiana si dedichi a iniziative di
questo genere e investa in idee, progetti, divertissement. |
testo di Arianna De Micheli