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A seguito del mio ultimo articolo su come rintracciare nostre fotografie online eventualmente utilizzate in modo illecito, ho ricevuto diverse richieste di aiuto su come procedere in caso di prelievo non autorizzato. A tutti ho risposto indicando un link a un precedente articolo in cui avevo già trattato la questione, con i consigli dei legali specializzati nel settore.
Ritengo però opportuno tornare sull'argomento con un piccolo decalogo di punti da tenere in considerazione prima di decidere il da farsi.
1) Sono in moltissimi, come primo step, a salvare una schermata della pagina che contiene la fotografia rubata per poi ricorrere alla cosiddetta "diffida informale", scrivendo ai titolari del sito responsabile del prelievo e chiedendo la rimozione dell'immagine pubblicata. Molti professionisti, invece, procedono direttamente con l'invio di una fattura, o di un avviso di fattura, dando un tempo minimo per il pagamento. Non solo comunicazioni di questo tipo con molta probabilità non avranno alcun seguito, ma rischiano di danneggiarvi nel caso in cui decidiate, in un secondo momento, di ricorrere a un legale perché irritati dalla mancanza di riscontri.
2) Perché una "diffida informale" o un invio di fattura rischia di danneggiarvi? Innanzitutto non tutti sanno che la semplice schermata potrebbe non essere sufficiente a rivendicare in sede legale la paternità dell'immagine. Non solo: in molti casi la lettera o la fattura provocheranno una semplice rimozione della fotografia (per essere magari sostituita con un'altra di un altro malcapitato gestita con le medesime modalità della vostra) senza senza manco due righe di scuse. L'assenza di scuse o di un qualsiasi riscontro non è tanto una questione di maleducazione, quanto di autotutela da parte di chi commette l'illecito, perché rispondere in forma scritta significherebbe ammettere più o meno formalmente di aver violato un vostro diritto.
3) Cosa fare dunque? Prima di tutto bisogna accertarsi di poter rivendicare la proprietà della fotografia. Come? Inserendo nei metadati dell'immagine il nome del fotografo, o dei datori di lavoro, o del committente (ossia del titolare dei diritti di utilizzazione economica), o la data dell’anno di produzione della fotografia, o il nome dell’autore dell’opera d’arte fotografata.
4) A seguire, è necessario procurarsi materiale probatorio valido in sede legale. Ricordiamoci sempre che ciò che conta non è avere ragione, ma poter dimostrare di averla e siccome l'onere della prova spetta a chi accusa, cioè a noi, cerchiamo almeno di pararci le spalle nel caso in cui si decida di arrivare a un contenzioso. Oltre alla schermata, sarebbe opportuno scaricare l'intera pagina, comprensiva di codici. Infine, accertiamoci di salvare tutto il materiale su un cd non riscrivibile, per esser certi che un domani nessuno possa ipotizzare una nostra manipolazione.
5) Non tutti sanno che anche se l'immagine viene rimossa, si ha comunque diritto a un risarcimento per il tempo che è stata pubblicata.
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