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A fine maggio scorso, in seguito all'allertamento della sala operativa Anpas di Protezione civile, sono partita insieme alla mia squadra alla volta del campo base di Novi (Modena), con il ruolo di Vice Capo Campo. Durante le intense e indimenticabili giornate trascorse in Emilia, un’esperienza resterà indelebilmente impressa nel mio cuore e nella mia mente, al solo pensiero, un brivido, un palpito indecifrabile attraversano la mia schiena. Erano le 21,20 circa, il mio secondo giorno di servizio, con precisione stavo svolgendo un turno di vigilanza alla cosiddetta “carraia” e conversavo con altri due operatori sull’andamento della giornata, relativamente tranquilla …ad un tratto, avverto qualcosa di strano nell’aria, una sorta di sentore inquietante, un silenzio fittizio, inusuale, quasi irreale, persino quell’alito di vento che ci aleggiava intorno smette di soffiare, è tutto così inerte, piatto e sottomesso….altro non è che la quiete che in questo caso ha preceduto la tempesta… Per un attimo mi estraneo, mi metto a sedere ed estrapolo questo mio pensiero ai colleghi accanto a me, trascorre poco meno di minuto e si scatena l’apocalisse: ad un forte boato fa seguito una scossa molto intensa, si parla di un valore di 5,2 della scala Richter….scorgo il terreno oscillare, i pali con i riflettori e i mezzi innanzi a me scuotere vigorosamente, strepitii, rumori di macerie, la torre con l’orologio, icona della città di Novi, e' crollata completamente, al contempo le urla delle persone, quelle in piedi non si reggono in equilibrio…..saranno stati in tutto 30 secondi, ma è parsa un’eternità, lo scandire delle lancette è come se viaggiasse ad un ritmo lento ….siamo rimasti qualche minuto al buio prima che i colleghi azionassero la torre-faro….ovviamente scene di panico generalizzato tra la popolazione, anche noi volontari letteralmente tramortiti, ma siamo immediatamente intervenuti per calmare la folla e prestare i dovuti soccorsi. Improvvisamente mi volto indietro e mi accorgo che una signora anziana, in evidente stato di agitazione, si accinge ad uscire dal campo, la blocco e le consiglio vivamente di rimanere dentro perché è pericoloso stare in giro per le strade, lei mi risponde “la mia casa, la mia casa, devo controllare la mia casa, è qui vicino”….non c’è stato modo di fermarla, so che non mi sarei dovuta allontanare dal campo base, ma il timore che potesse accaderle qualcosa è grande, non posso permetterlo, in quelle condizioni la lucidità viene meno e non sarebbe in grado di sottrarsi dai pericoli imperversanti…la prendo per mano e le faccio indossare un caschetto, una seconda intensa, ma breve scossa e altri rumori di macerie, la gente impaurita corre in cerca di un posto sicuro….icerco di stare lontana dagli edifici, appena 200mt dopo, la signora scorge la sua abitazione ancora integra…la "nonnina" inizia a piangere, ma erano lacrime di gioia, mi abbraccia forte, ringraziandomi di cuore come se fossi la sua salvatrice, infondo non avevo fatto molto... il tutto si commenta da solo, è stato un momento così profondo che nessuna virtuosità oratoria potrebbe descriverne in pieno l’essenza…. ritengo che nella vita non esista soddisfazione piu’ grande…
Patrizia Alessio
P.A. SAN GIORGIO SOCCORSO
Anpas Calabria