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Testi » Cultura Fotografica » Scheda Articolo

IL TIZIANO DELLA FOTOGRAFIA: NADAR
Autore: Maria Fina Ingaliso - Pubblicato il 17/02/10 - Categoria Cultura Fotografica
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L’ecletticità di Gaspard Felix Tournachon, conosciuto con lo pseudonimo di Nadar, (1820-1910), personaggio dalle mille risorse, ( studiò medicina, fece il giornalista, il caricaturista, s’interessò di letteratura), portò una ventata di nuovo alla fotografia. La ritrattistica, affermatasi come fenomeno sociale alla metà dell’ottocento, ( i primi studi per ritratti fotografici risalgono al 1841) subiva passivamente la lunghezza delle pose e la staticità ed uniformità dei fondali usati dai fotografi. Nadar, approdato alla fotografia a causa delle sue ristrettezze economiche, attrezzò il suo atelier come un giardino, uccelli, piante ecc.; bandì gli "strumenti di tortura" (poggiatesta e quant’altro) diventò psicologo dei suoi modelli e riuscì a coglierne, nelle sue fotografie, la naturalezza e la spontaneità espressiva, tanto da conquistarsi l’appellativo di "Tiziano della fotografia".
Una definizione di questa sua fotografia la dà lo stesso Nadar " Il ritratto è l’applicazione più preziosa e nello stesso tempo più delicato della Fotografia ", una definizione del resto sviluppata negli anni da molti altri fotografi come Robert Frank che dice: " C’è una cosa che la fotografia deve contenere, l’umanità del momento". Nomi illustri sfilarono in questo suo set fotografico, Bellini, Daumier, lo stesso Boudelair, e tantissimi altri. Amante dell’aerostatica realizzò la prima foto aerea della storia fotografica, tre case del villaggio Petit Bicetre, vicino Parigi, ripresa da un pallone aerostatico " e siccome il caso volle che fossi io il primo fotografo ad essere stato sollevato da un pallone, a me toccò il primato che, in condizioni analoghe avrebbe potuto appartenere a chiunque altro "( Nadar- Quand j’etais photographe). Dall’alto "dei cieli", scese, con la macchina fotografica, negli "inferi" parigini (sottosuolo e fogne di Parigi), lasciandoci circa 300 clichés fotografici, impressionati con luce artificiale ed una posa di circa 18 minuti e, dato il lungo tempo di posa, utilizzando manichini al posto di persone.

Nel 1874 ospitò, nel suo studio fotografico, la prima mostra pubblica di pittori indipendenti, in altre parole sia i primi pittori impressionisti, e, nel 1887, alla prima esposizione italiana di fotografia con sezione internazionale, che si tenne a Firenze, l’avvenimento più significativo fu il padiglione Nadar. Sostenitore della pura fotografia, non ne ammetteva neppure il ritocco, ma con la frase pronunciata nel 1855 alla Società Francese di Fotografa in occasione della presentazione, all’esposizione universale di Parigi, di due fotografie uguali, del fotografo Franz Hanfstangel, ma differenti nella presentazione, con ritocco e senza ritocco, Nadar sostenne che forse era iniziata una nuova era fotografica, lasciando intendere il suo ravvedimento, mentre la Società Francese di Fotografia ne prese le distanze: l’uso del pennello, come introduzione all’arte della fotografia, poteva avere un effetto contrario. Era cominciato il lungo cammino dell’interrogativo fotografia o arte fotografica? Questa breve biografia ci ha permesso di conoscere il fotografo Nadar, con le sue innovazione, le sue idee, a volte bizzarre e la sua voglia di emergere ma certamente, l’epitaffio, lasciato scritto dal fratello Andrien, morto in povertà, in seguito alla vertenza instaurata col nostro Nadar, per l’uso esclusivo della ragione sociale dello studio fotografico, " Qui giace un buffone che seppe suonare tutti gli strumenti ", ci lascia un po’ perplessi sulla personalità di Gaspard Felix Tournachon, annoverato fra i grandi fotografi dell’epoca.

© Maria Fina Ingaliso Collaboratrice DAC - FIAF

Bibliografia:
- Storia sociale della Fotografia - Ando Gilardi - Bruno Mondatori
- Piccola Storia della Fotografia - Diego Mormorio
- Sulla Fotografia - S.Sontag - Einaudi
- Breve Storia della Fotografia – J. A. Keim – Einaudi
- I figli di Nadar- P. Sorli - Einaudi

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