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Iniziativa di FOTOGRAFIA REFLEX in collaborazione con l’INGV, l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia
ROMA, 11 giugno 2012 – Può la fotografia aiutare a capire i terremoti e soprattutto a progettare la ricostruzione? La risposta è sì. Il mensile FOTOGRAFIA REFLEX lancia l’invito alle popolazioni delle aree colpite dagli eventi sismici a scattare immagini dei danni nei luoghi terremotati, in modo che possano essere utilizzate per fini di ricerca, monitoraggio ed elaborazione di progetti ad hoc per la ricostruzione.
L’invito di FOTOGRAFIA REFLEX non va confuso con la richiesta di immagini fatte dalla stampa in genere perché, nel nostro caso, le fotografie ricevute serviranno ad uno scopo preciso. “Chi le invierà non concorrerà al fotografo dell’anno”, spiega Giulio Forti, editore e direttore della rivista, “ma si renderà partecipe di un’operazione di vero servizio pubblico. Non si tratta di stimolare una forma di turismo fotografico della tragedia, tipo l’oscena corsa a fotografarsi davanti al relitto della nave Concordia. Noi invitiamo le popolazioni delle aree terremotate, i nostri lettori e coloro che sono dotati di una fotocamera o di uno smartphone a partecipare ad una piccola missione che, grazie al loro contributo, potrà diventare davvero grande”.
L’iniziativa nasce dall’incontro con il professor Marco Anzidei, ricercatore dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). Per una migliore diffusione dell’informazione sulle attività dell’INGV e per rendere più consapevole la popolazione sui fenomeni sismici e vulcanici, Anzidei ha creato una pagina dell’Istituto su Flickr, noto sito web per fotografi, pubblicando le immagini scattate dai ricercatori INGV degli effetti degli eventi sismici del terremoto nella Pianura Padana del 20 maggio scorso e che, in pochi giorni, ha ricevuto 1.300.000 visite.
FOTOGRAFIA REFLEX, dopo aver individuato le esigenze dell’Istituto, è andata oltre proponendo all’INGV di avviare un progetto congiunto per la copertura fotografica delle zone colpite dal terremoto, contando sull’aiuto delle popolazioni residenti nelle aree colpite o nelle vicinanze (Emilia Romagna, Marche, Veneto, Friuli Venezia Giulia e le zone della Lombardia interessate).
Nell’intervista che sarà pubblicata sul numero di luglio della rivista, ma resa immediatamente disponibile su reflex.it, Anzidei spiega a Claudia Rocchini, ideatrice del progetto, le necessità dell’Istituto e l’importanza di ricevere più rapidamente possibile immagini degli effetti del terremoto sugli edifici e sull’ambiente: “Una foto inviata attraverso il web ci permette di interpretare immediatamente l’entità e la tipologia del fenomeno e valutare se intervenire con i nostri ricercatori in un luogo piuttosto che in un altro. Un conto è partire sapendo già dove andare, un conto è arrivare sul territorio e dover cercare le segnature sul terreno degli effetti più significativi di un evento, intesi come luogo che geologicamente per noi assume maggiore rilevanza”, spiega Anzidei. “Purtroppo molte delle fotografie pubblicate spontaneamente in Rete, oltre a essere sparse, sono prive di quei requisiti per noi indispensabili ai fini di una corretta ricerca e analisi, oppure manipolate al punto da rendere vani i nostri studi. Per questo motivo”, conclude Anzidei, “accogliamo con entusiasmo la proposta di FOTOGRAFIA REFLEX di avviare un progetto coordinato, finalizzato alla raccolta documentale delle immagini degli eventi sismici di queste ultime settimane. Il progetto permetterà anche di elaborare informazioni molto utili per la ricostruzione, in particolare di edifici storici”.
Per la raccolta delle immagini, FOTOGRAFIA REFLEX metterà a disposizione dell’INGV il proprio Gruppo su Flickr: www.flickr.com/groups/fotografia_reflex/ che attualmente conta oltre 4000 iscritti. L’iscrizione è libera, gratuita e aperta a chiunque possieda uno strumento di ripresa fotografica, previa registrazione sul portale la cui piattaforma permette l’accesso ai dati Exif di ogni fotografia (le informazioni di scatto) rendendo così più semplice il lavoro dei ricercatori.
Le fotografie dovranno essere realizzate seguendo specifici criteri di ripresa, indicati in appositi post nel Gruppo e saranno raccolte in due gruppi: effetti del sisma sugli edifici ed effetti sul terreno. E’ importante che le immagini non vengano elaborate in alcun modo in postproduzione, e che siano localizzate per consentire ai ricercatori di conoscere le coordinate del luogo. Per questo si consiglia di scattare con smartphone o cellulari che indentificano il luogo di ogni scatto una volta attivata la funzione di localiazzazione, oppure con fotocamere dotate di funzione GPS. In mancanza, le fotografie dovranno mostrare elementi sufficienti all’individuazione (insegne, nomi delle vie, strutture identificabili) e indicare nelle didascalie l’indirizzo, la data dello scatto e la località.
Si puntualizza che le fotografie pubblicate nel Gruppo di FOTOGRAFIA REFLEX su Flickr potranno essere utilizzate per la promozione dell’iniziativa, ma in nessun caso per scopi commerciali. Le fotografie saranno rese immediatamente disponibili ai ricercatori dell’INGV e contribuiranno, oltreché allo studio degli eventi sismici, anche all’elaborazione di progetti di ricostruzione secondo criteri antisismici specifici per ogni territorio.
FOTOGRAFIA REFLEX conta sulla collaborazione della stampa locale per la diffusione dell’iniziativa e delle istituzioni locali perché consentano ai nostri volontari di poter raccogliere le importanti immagini destinate ai ricercatori dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
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Per maggiori informazioni:Claudia RocchiniFOTOGRAFIA REFLEXc.rocchini@reflex.it