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“...eppure non ci crederai ma ho solo saturato leggermente le tonalita' scure allo scopo di far risaltare un cielo livido e invisibile...:-)”
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Cosi’ rispondevo ad una mia conoscente, neofita fotografa, che mi prendeva bonariamente in giro per un paesaggio ritoccato del Naviglio Grande lombardo…
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A mio modo di vedere il digitale ha cambiato la prospettiva e lo scenario nel quale il fotografo si muove...
E' un po' come all'epoca del passaggio rapido dalla pittura, che riproduceva fedelmente il ritratto di qualcuno (in genere nobili o commercianti arricchiti committenti) alla fotografia in B&N, che consentiva il medesimo risultato in modo tecnicamente migliore ma artisticamente diverso.. La pittura non e' morta, anzi!
Ha trovato altre strade, affascinanti e moderne..anche se a volte discutibili, difficilmente accettabili!
Cosi', io credo, la manipolazione digitale dell'immagine, l'elaborazione dal formato RAW, (come fanno alcuni dei nostri contatti nel mondo flickr) o addirittura le stilizzazioni grafiche che sto sperimentando, con curiosita' e non senza preconcetti, non sono scandalose, o negazione della fotografia...
Sono possibilita' espressive che ognuno puo' iscrivere dentro a regole mai scritte e ASSOLUTAMENTE PERSONALI...Un esempio?
Io ho stabilito, come intento di partenza, di non avvalermi mai degli automatismi di regolazione possibili sulla mia fotocamera o sul mio software photoscape...
Credo che l'intervento del fotografo debba essere manuale, solo manuale, quindi interpretativo...non imposto da scelte di fabbricanti o informatici, che rispondono alla moda del periodo e alle esigenze delle masse! ...
Quelle masse per le quali era stato coniato dalla Eastman Kodak negli anni '50 il motto: "VOI PREMETE IL PULSANTE, A TUTTO IL RESTO PENSIAMO NOI!"
Certo che la fotografia manipolata, ritoccata, elaborata, o alterata non e' piu' "fotografia," cioe' scrittura con la luce... Diventa arte, o meglio, tentativo di arte...non certo mera dimostrazione tecnica...
Autoironicamente ho dato un tag alla mie prime elaborazioni "sperimentali" di questo tipo: "Fotografia che cerca di fuggire da se' stessa"
Nessuno ha raccolto la provocazione, magari pensando ad un eccesso di presunzione del sottoscritto...(!)
Era invece una dichiarazione di umilta' e di tormento personale...
Un' altra considerazione che volevo scrivere qui, spazio libero e interessante, riguarda la riflessione sul mezzo fotografico, la fotocamera...
Non esiste fotocamera digitale assolutamente fedele all'originale che riproduce! Ottiche e sensori vincolano i risultati a parametri pre-stabiliti...
Da poco tempo uso alternativamente due apparecchi digitali, uno tascabile, compatto, ed uno reflex, a miglior densita' (10 Mpx).
La resa cromatica non e' la medesima, cosi' anche la le prestazioni varie: l'andamento sulle varie focali, la profondita' di campo, la distorsione ottica, il contrasto etc. etc..
Avendo noi "moderni", per la maggior parte, deciso di usare il digitale, dobbiamo sapere di aver per le mani un oggetto gia' di per se' fortemente interpretativo e quindi solo APPARENTEMENTE, oggettivo!
Un terzo ordine di riflessioni riguarda, secondo me, lo scopo, la tipologia di immagini che vogliamo catturare-creare....Ovvero "Il fine giustifica i mezzii"...fotografici, si intende..
Se facciamo foto naturalistiche, come quella bravissima signora Nelly di flickr, o tanti altri che io ammiro molto, abbiamo come obbiettivo, non scontato, la riproduzione realistica di un essere vivente nel suo contesto...Sarebbe assurdo, in questo caso, usare un formato sepia, nel senso che faremmo un torto al soggetto!
Se dobbiamo rappresentare la miseria del sottoproletariato urbano sara' possibile, lecito e comprensibile avvalersi del B&N o degli strumenti grafici, per sottolineare un CONCETTO sottostante all'immagine...
Comunque sia, la fotografia e' il regno dell'individualismo tecnico!
Un caro saluto a coloro che avranno avuto la pazienza-curiosita’ di leggermi.
jacopo
In fondo ci sentiamo "in colpa" quando abbandoniamo uno schema che pensiamo tipico della "tradizione fotografica".
Senza dubbio, quando ci rifugiamo, per un ristoro dell'anima, nei quadri dei grandi padri della fotografia ci accorgiamo che quegli eroici, usando il povero bianco-nero, senza artifizi tecnici particolari, sono riusciti a commuoverci, ci hanno procurato forti emozioni, ci hanno insegnato con le immagini gli orrori della guerra etc...
La loro bravura e professionalitàincantano ma non dovremmo dimenticare però che costoro si avvalevano di ottimi stampatori specializzati nel grande formato, usavano carte di qualita' non comune ad alto tasso di nitrato d'argento, quelle carte che consentivano una gamma di toni grigi favolosi (!) Inoltre, ovviamente, le ottiche di ripresa e di stampa erano le migliori dell'epoca..
Lo stesso H. Cartier-Bresson sosteneva, se ricordo bene, che solo un processo perfetto da una negativa perfettamente bilanciata consente di mantenere intatto il fascino dell'immagine...
In questa semplice faccenda, il problema della perfezione formale, sta il limite e la meraviglia della fotografia...
Una provocazione: se Picasso, artista pittore, avesse sbagliato una pennellata sulla Gioconda, forse l'esito non sarebbe stato disastroso, non avrebbe compromesso il risultato finale.. Addirittura qualcuno avrebbe pensato ad un atto meditato, Chissà!...
Forse è lecito supporre che il fotografo, quando si avvale degli strumenti di elaborazione (non automatica) dell'immagine si sottragga, in un certo senso, ai canoni formali tipici della disciplina fotografica...Entra in un mondo "altro", ibrido, ricco di incognite e di prospettive potenzialmente infinite...
Il risultato finale dipende da molte variabili che giocano intersecandosi...(Io posso alterare la luminositàdella foto sia sulla fotocamera, in vario modo, sia agendo sul software, in vario modo..)
Per questo io penso che il fotografo digitale contemporaneo faccia arte (in senso tecnico) come gia' scritto qui...
Raccogliendo la tua frase finale, "Cercare un uso parsimonioso" (dell'elaborazione), non posso che essere d'accordo con te...
Ragionando per estremi: se il mio panorama della campagna di Lodi al tramonto riesce a comunicare un'emozione speciale a qualcuno anche "al naturale", senza interventi, io ho compiuto una operazione corretta! Evviva la semplicità!
Ma questo punto di vista che ti sto esponendo e' solo una possibilita' interpretativa fra altre possibili!
Un esempio che mi riguarda...
Da giovane facevo un ragionamento semplice e riduttivo, del quale ora potrei sorridere.. Pensavo che il B&N fosse la terra senza nome per ogni manipolazione possibile, in quanto mezzo astratto di comunicazione per eccellenza. Con il colore, che vedevo come mezzo realistico, ero convinto di dover restare "fedele all'originale"...
Non voglio rischiare di annoiarti, cara Fiammetta, e ti saluto cordialmente, sperando di incontrarti, virtualmente, per altre occasioni di dibattito!
un caro saluto da Jacopus