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Testi » Mostre » Scheda Articolo

Sergej Maximishin alla Galleria FIAF di Torino
Autore: Galleria FIAF - Pubblicato il 28/10/09 - Categoria Mostre
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La fotografia di Maksimišin è innanzitutto un racconto, un racconto che parla della Russia, delle sue distese e delle milioni di vite che vi scorrono, dei mille stili di vita che vi si incontrano. La fotografia di Maksimišin è testimonianza, ma non dell'inumano, del terribile, com’è caratteristico per l’arte e la letteratura russe da almeno tre quarti di secolo a questa parte, ma testimonianza della vita, ovunque essa si manifesti, indipendentemente dalle forme con cui essa ci parla di sè stessa. L'occhio di Maksimišin rileva, nelle vie gelate di una sonnacchiosa Pietroburgo invernale e nelle trincee in Cecenia, un messaggio tutto sommato molto simile: la ricerca di qualcosa che definisca il vivere in quanto tale. L'obiettivo, tanto fotografico quanto artistico, di Maksimišin si concentra sulle persone ed è interessante che proprio le persone, con le loro suppellettili o abitudini, parlino di un paese nel suo complesso più di quanto siano in grado di farlo paesaggi e monumenti. Nei lavori di Maksimišin l'uomo è quasi sempre presente, e anche laddove parrebbe non esserci si nota la sua presenza, resa discreta dall'abilità e dall'occhio poetico del fotografo. La Russia, con i suoi quasi 10000 chilometri e i suoi problemi, immensamente superiori, diventa protagonista assoluta di queste fotografie, che sono sguardi, spesso ironici e smaliziati, negli occhi di coloro che per la Russia si muovono, dalle due capitali alla Tyva, dalla Siberia alla Kamčatka, senza dimenticare le ex province sovietiche. Ma accanto a tutti i problemi, alla povertà o al contrario alla ricchezza plateale e volgare Maksimišin coglie sprazzi  di vita, una normalità che tale forse non è per chi osserva. Ma il fotografo parla di chi la vive e con chi la vive, quella normalità, tutti i giorni, in maniera rassegnata o inconscia, con fervore o rassegnazione. E i grandi protagonisti di questi scatti non sono nemmeno più le persone, ma i loro sentimenti, l'odore del loro vissuto, che traspare dai colori e dalle atmosfere di queste fotografie.

 

Massimo Maurizio

 

 

Sergej Maksimišin nasce nel 1964 a Kerč’, in Crimea. Nel 1982 si trasferisce a Leningrado. Qui si iscrive alla facoltà di fisica nucleare, ma presto abbandona l’università e viene chiamato al servizio militare, che lo manda, tra il 1985 e il 1987, a

 Cuba. Nel 1991 termina il politecnico di Leningrado, laureandosi in fisica e dall’anno successivo lavora come tecnico di laboratorio all’Ermitaž. Nel 1998 si laurea alla facoltà di fotogiornalismo dell’Università Statale di San Pietroburgo e l’anno successivo viene assunto dal quotidiano Izvestija. Nel 2000 viene mandato come reporter in Cecenia.

Dal 2003 lavora come fotografo freelance, unendo a quest’occupazione l’insegnamento alla facoltà di fotogiornalismo che egli stesso ha concluso.

 

Ha collaborato e collabora con riviste come The Times, Time, Newsweek, Parool, Liberation, Washington Post, The Wall Street Journal, Stern, Business Week, Focus, Der Profile, Corriere della Sera, Izvestija, Ogonёk, Itogi, GEO e altre.

 

Ha ricevuto numerosi premi e riconoscimenti internazionali di grande prestigio: Russia Press Photo contest; “Photographer of the year of St-Petersburg" award; Best report of the year award from the Russian Academy of Journalism; World Press Photo 2004: 1. Place in "Arts and entertainment"; World PressPhoto 2006: 1. Place in "Daily life".

Nel 2007 è stato invitato al Festival del fotogiornalismo di Perpignan – Visa pour l’image.

 

Informazioni

L'ultimo Impero. Fotografie di Sergej
Maksimišin

 

A cura di Renato Longo e Massimo Maurizio

Luogo: Torino - Galleria FIAF
Via Pietro Santarosa 7/A

Periodo: dal 6 al 23 novembre 2009

Orari: 9.30-12.30 ; 14.30-17.00 dal lunedì al venerdì

Ingresso: libero



 


 

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