La mostra presenta un lavoro che coniuga le immagini fotografiche di Grazia Menna scattate nel 2014 a Los Angeles, con la libera interpretazione dei medesimi luoghi eseguita dal pittore Albert Beach che adotta, per il suo lavoro, la tecnica dell'Acquaforte. Sono rappresentati giochi di linee e forme prodotte dall'architettura losangelina, ma anche situazioni di vita quotidiana che raccontano della propensione a mantenere inalterata un'idea retrò dei luoghi e delle abitudini di vita americana, quasi a tutela di una identità e di ritmi di vita meno succubi della modernità. Il titolo scelto gioca sul suono prodotto nel pronunciarlo, un "be" essere ed un "tuin" gemello ma anche, pur sbagliando nella traduzione, un attraverso e da questo errore si è partiti per esporre alcuni pezzi cercando una "contaminazione materica" un "essere dentro ed attraverso" nella sovrapposizione di fotografie ed acqueforti. L'essere "gemello" si materializza nei dittici che Albert Beach ha realizzato per interpretare, a suo modo, la visione fotografica di Grazia Menna. Il dialogo tra Fotografia ed Acquaforte si instaura attraverso la scelta di esporre non separatamente i due lavori, ma facendo sì che una fotografia introduca un acquaforte e viceversa, nel rimando dall'una all'altra forma artistica.