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Fofu Phot'Art 2015
Autore: FOFU PHOT'ART
- Pubblicato il 19/10/15 - Categoria
Mostre
Dal 24 Ottobre 2015 al 22 Novembre 2015 in provincia di Firenze a Fucecchio
Organizzato dal Fotoclub Fucecchio, in collaborazione con il Comune di Fucecchio, Regione Toscana e Provincia di Firenze, il FoFu Phot'art, giunto ormai alla 11° edizione, è pronto a riaprire i battenti dal 24 Ottobre al 22 Novembre 2015 (Parco Corsini – Fucecchio).
Riconosciuto tra i più importanti nuovi festival nazionali,FoFu Phot'art si caratterizza per l’attenta scelta degli artisti più all’avanguardia, la presenza di autori affermati, le moderne installazioni, la varietà dei linguaggi espressivi presenti e la sapiente collocazione in una suggestiva location a Fucecchio, tipico villaggio toscano di origine medieva¬le, sito tra le colline del Valdarno Inferiore.
Tra le principali mostre in programma:
Elizabeth Kleinveld, “In empathy we trust”
Il lavoro consta di una serie di scatti che rappresentano nuovi “allestimenti” di opere d’arte del passato, in cui l’artista reinterpreta famosi quadri fiamminghi e rinascimentali realizzando una fotografia di “maniera”, classica e legata alla pittura. Le immagini riproducono la ricostruzione minuziosa di scene raffigurate in famosi dipinti, come nel caso del celebre “Ritratto dei coniugi Arnolfini” di Jan van Eyck o “La ragazza con l’orecchino di perla” di Jan Vermeer.
Mauro Fiorese, “U.Pho.S.”
Nel 1997, durante un soggiorno negli Stati Uniti, l’artista Mauro Fiorese entra a contatto con il mondo degli Ufo: è il quarantesimo anniversario della presunta caduta di un Ufo a Roswell, New Mexico. Molti ne parlano fintanto che la notizia è calda poi il gelo, salvo sporadiche curiose trasmissioni televisive. Da allora Fiorese intraprende un viaggio che durerà più di dieci anni alla ricerca di immagini al limite tra il paradossale e lo scientifico, che lo condurranno in molti luoghi lontani sulle tracce di soggetti fino ad allora totalmente ignorati. L’ultimo “suo” avvistamento risale al 14 Marzo 2008 nei pressi di Houston in Texas. Dopo un lungo periodo di ricerca iconografica, condotto sia su archivi amatoriali on-line che in archivi di Stato recentemente resi pubblici, l’autore ha intrapreso innumerevoli viaggi in remote località del Pianeta con l’intento di produrre il primo archivio ufficiale di Soggetti Fotografici non Identificati. Queste immagini ci parlano di presenza e, contemporaneamente, di assenza: il soggetto fotografato è sempre reale, in quanto esistente dinnanzi al fotografo nel momento dello scatto, ma rimane sempre e misteriosamente difficile da identificare.
Francesco Paglia, “Imago, Volume 1”
Imago è un progetto che prende vita dalla contaminazione tra letteratura e fotografia: non è un insieme di libri di fotografie di architetture ma una raccolta, tutt’ora in corso, ricomposta in volumi che sono loro stessi l’opera d’arte. Ogni volume è il racconto di una giornata in una città immaginaria diversa, costituita da scorci di spazi architettonici reali, catturati in molte città del mondo, ispirati per modalità di esecuzione a quella fotografia denominata “Straight” d’inizio Novecento che mirava alla riproduzione diretta della realtà, e per concetto al romanzo Le città invisibili di Italo Calvino.
Tutti i colori del bianco, Silvia Amodio
Tutti i colori del bianco è un progetto fotografico realizzato con l’associazione Albinit e patrocinato da Telethon in collaborazione con gli ospedali Niguarda e San Raffaele di Milano col quale l'artista Silvia Amodio volge la propria attenzione alla particolare condizione che contraddistingue le persone affette da albinismo.
Stand Still, Costanza Mansueti
Il progetto STAND STILL nasce nel corso del 2013 dall'indagine della fotografa Costanza Mansueti sulla cristallizzazione sincronica degli spazi umani attraverso urbanizzazioni controllate nelle quali proprio l'assenza dell'uomo diviene elemento fondamentale. Progetto in progressiva evoluzione, testimone della crescita interiore dell'artista, STAND STILL si compone di scatti fotografici realizzati tra gli Stati Uniti, il Canada e il Messico. In questi la fissità del paesaggio, intesa nella propria immagine statica, si trasforma in spazio sospeso al limite di una metafisica contemporanea: abitazioni e strade, ombre e detriti abbandonati tramutano la propria natura di appartenenza catturati dal sensore dell'obiettivo, garantendo all'osservatore la sicurezza storica della visione. La codifica di un'idea altra di bellezza viene dominata dal senso di solitudine: non si sottraggono a questa presenza le popolose metropoli del mondo (Città del Messico e San Francisco, Reno e Toronto), ritratte nelle loro silenziose singolarità.