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Immagini » Still life » Scheda Progetto

San Lorenzo Foto Festival 2009 - Portfolio
Autore: BOW JACQUES - Pubblicato il 27/11/09 - Categoria Still life
REPORT DALLA MIA PARTECIPAZIONE

Tutto inizia con la lettura del bando, di cui non saprei oggi ricordare il periodo (probabilmente Maggio). All’incirca a metà del mese dopo, programmo di far confluire varie esigenze nello stesso luogo e avviarmi verso l’impresa. Prima di andare in facoltà faccio un giro panoramico. Passo alla ScuolaRomanaDiFotografia, dove ricevo molte indicazioni senza le quali avrei fallito e il badge di autorizzazione alla ripresa. Mentre faccio le foto provo a volte l'imbarazzo dell'espormi in pubblico che mi fa molto principiante, anche se ogni tanto si incontra qualche piacevole sorriso. Compro un mini-treppiedi dagli ambulanti in via De Lollis, ma non lo uso. Torno a casa con una bella scottatura ed alla fine resto perplesso per alcune scelte dettate dal poco tempo. Per due settimane cerco di selezionare le foto migliori, quelle che possono rappresentare gli accostamenti più azzeccati e arrivo così alla presentazione del lavoro finale. Consegno il cd avvalendomi del periodo di proroga che verrà successivamente rinnovato, giustamente, per la sezione LA SAPIENZA PER TUTTI: CITTA’ IDEALE con l’invito a fotografare più i “per tutti” che la “città ideale”.

Ho partecipato con quattro mini-progetti complessivi di 5 foto ciascuno, per il tema del concorso CITTA' UNIVERSITARIA LA SAPIENZA e per la sezione speciale LA SAPIENZA PER TUTTI: CITTA’ IDEALE. I due lavori erano abbinati attraverso delle corrispondenze del tutto personali con le quali ho voluto ordinare un percorso immaginario che collega i vari luoghi fotografati. Il percorso è del tutto immaginario perché è solo nell’immaginazione che si può raggiungere una città ideale. Anche se poi la città ideale della Sapienza, comprensiva in più, di tutto ciò che universitario non è, già esiste. Per quanto riguarda le foto si tratta di una sessione realizzata sostanzialmente in un giorno (eccetto alcuni scatti “d’epoca”): a vederle bene ci sono molti errori ed imperfezioni (sono un essere mortale e non avevo dormito un ora intera) ma, per i soliti motivi di tempo e soldi ho preferito considerarle per la qualità di improvvisazione che, purtroppo, nel mio stadio di apprendimento, ancora mi costringe a valutarle come delle bozze di idee per un lavoro più accurato. L’improvvisazione in fondo è un modo di usare le libere associazioni e un criterio di realtà per la valutazione della propria capacità.

Passa il tempo, e prende forma pian piano un’altra fase. Dopo il periodo di slittamento scopro molto casualmente sul sito del festival l’elenco dei selezionati e la fantastica gallery con le foto dei partecipanti, dove accolgo favorevolmente la selezione effettuata dai curatori (saranno selezionate 6 foto per il tema generale e 7 per la sezione speciale). Vado spesso sul sito a fare un salto tra le foto trovandone alcune di grande qualità. Continuo a sperare in qualche risultato ma torna, come un boomerang, l'idea di restare fortemente deluso. Il lunedì della settimana centrale del festival, prima di scollegarmi, mi arriva una mail dalla ScuolaRomanaDiFotografia: è l'invito per il giovedì della premiazione e la piantina della mostra: le mie foto sono state esposte presso il centro di benessere Associazione “Il Fiume” che tratta yoga ed altro. Non esprimo giudizi prima di vedere, anche se la fantasia arriva ovunque senza lasciarmi. Resto a pensare addirittura la casualità di essere per ultimo nella lista, che è in ordine alfabetico. Mi fa un effetto suspance, nonostante il rifiuto a credere in me.

Infine, ho voluto crederci; ed è andata “da paura”! E' bello doversi contraddire, quando le cose vanno bene. Continuo a ripensare all'agitazione, presente, malgrado la sfiducia.
Inizio ad interessarmi alla mostra giovedì pomeriggio, quando esco dall'università anche se, in realtà avevo navigato già sul sito e c'era una sezione “vincitori e motivazioni” che non so cosa avrei fatto per vederla. E quindi, prendo per la prima volta il caffè al bar nella piazza dell'Immacolata: dopo aver discusso con il cassiere per il resto sbagliato, ho consumato e ho girato, abbastanza velocemente. Passo alla libreria subito vicino. Risulto molto ambiguo. Non saluto. Guardo e vado via come sono entrato. Ricordo di aver cercato di capire le sensazioni e i sentimenti a riguardo e la riflessione più aperta è stata sul rapporto tra il concetto della mostra con il messaggio delle fotografie: era molto difficile stabilire un intimità. Oppure, potevi guardarle con leggerezza ed andare avanti. Il concetto è ancora più arduo. Ovvero: se ti interessa la mostra devi guardarla, ma soprattutto devi crearla tu, con il tuo interesse, e quindi quegli sguardi rubati sono l’elemento essenziale, quasi un alimento. Forse, è affettivamente quanto di più si avvicina allo scattare di nuovo la foto con gli occhi. Non è facile entrare da sconosciuto, pretendere di voler vedere quello che ti interessa e infine andartene senza lasciare niente. Comunque, ho proseguito. Dopo il giro del quartiere passo alla “scuola” dove, nonostante tutti fossero impegnati in qualche lavoro, mi è stato permesso di fare un giro consigliandomi orari migliori per ripassare. Sono quindi uscito deciso per andare all'Associazione Il Fiume. Mi accoglie una signora dallo sguardo rilassante. Mi spiega che c'è stata l'esigenza di spostare le foto a causa di un altro evento nella stessa giornata. Chiedo di poterle vedere un attimo, ma sono nella sala yoga, in quel momento occupata. Dico che ripasserò un altro giorno, ma prima di cenare, faccio un secondo tentativo e, la Signora, con l’accoglienza di una divinità, mi concede un attimo per vederle (invitandomi a togliere le scarpe). Non ci sono tutte (solo quelle della CITTA’ UNIVERSITARIA) e quella con Snoopy era scollata dalla cornice, però mi piacevano molto le stampe che davano un bel tocco e sono rimasto ugualmente soddisfatto. Non sono stato capace di dire nulla sulla mia insistenza. Curiosamente ho incontrato “il mio gatto preferito” e quando ho provato a fotografarlo di nuovo, è scappato ancora una volta. Vado a mangiare nella pizzeria in catalogo dove non ero mai andato prima, poi diretto verso La Sapienza.

Trovata l'Aula Magna mi sistemo all'ultimo posto. C'è molta gente e molti per Lillo & Greg. Non so cosa pensare guardando lo schermo sul quale vengono proiettate alcune foto, tra le quali ci sono anche le mie. Entra l'animatore e, dopo poco inizia lo spettacolo. Mi ricredo sugli artisti, anche se spero si sbrighino perché non voglio perdere il treno. Dopo il terzo sketch inizia la premiazione e sale un po' di tensione: iniziano a premiare le menzioni speciali e quelle di merito; dopo un po' capisco il funzionamento delle bacheche espositive; intorno a me non posso non notare bottiglie di plastica contenenti del vino che vengono girate tra i gruppi. Passano poi a premiare le categorie. Per penultima tocca a “Città Universitaria”. Ero ansiosissimo. Annunciano la motivazione: <<per l’inventiva e la freschezza di un accostamento ludico anche se niente affatto gratuito>>. Mi chiamano. Non capisco più nulla. Mi dirigo verso il palco facendo attenzione a non fare il “Fantozzi” mentre il presentatore dice “scende sciolto”. Sono un po' goffo e mi perdo qualche saluto nell’atmosfera surreale, probabilmente unica ad oggi. Fanno anche qualche applauso. Mi siedo incredulo, ma eccitatissimo. Non potevo sperare in meglio.

GRAZIE!
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