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Da vicino
Autore: Attilio Tripodi
- Pubblicato il 28/11/09 - Categoria People|Ritratti
Osservo visi, mi imbatto in sguardi che si allineano con il mio sguardo e la curiosità di conoscere si fa insistente;
Vite come la mia, che dipanano la loro esistenza lungo i corridoi delle opportunità e delle occasioni, per onorare la vibrazione profonda che risiede in ognuno di noi, nessuno escluso.
Con alcuni scambio parole leggere, nel linguaggio universale della solidarietà umana e mi concedono il loro ritratto come per ricambiare la mia sosta.
Altre volte scatto d’istinto la mia immagine, rubando quel centoventicinquesimo di secondo che rappresenta il trait d’union tra me e il mio soggetto, un tacito accordo mi lega a tutti loro.
Penetrare i loro occhi, comprendere la loro postura, decifrarne la gestualità, i solchi del tempo che disegnano i loro volti, i sorrisi e gli impacci: cerco tutto questo con grande rispetto per ognuna di queste vite, per il grande regalo che, inconsapevoli, mi donano.
Da vicino, come in un gioco infinito di specchi, rimandano la loro immagine che è la mia stessa immagine, per quel breve attimo di connubio e condivisione, ritratti in cui l’ambiente circostante fa da cornice, protagonisti effimeri della recita universale.
Vite come la mia, che dipanano la loro esistenza lungo i corridoi delle opportunità e delle occasioni, per onorare la vibrazione profonda che risiede in ognuno di noi, nessuno escluso.
Con alcuni scambio parole leggere, nel linguaggio universale della solidarietà umana e mi concedono il loro ritratto come per ricambiare la mia sosta.
Altre volte scatto d’istinto la mia immagine, rubando quel centoventicinquesimo di secondo che rappresenta il trait d’union tra me e il mio soggetto, un tacito accordo mi lega a tutti loro.
Penetrare i loro occhi, comprendere la loro postura, decifrarne la gestualità, i solchi del tempo che disegnano i loro volti, i sorrisi e gli impacci: cerco tutto questo con grande rispetto per ognuna di queste vite, per il grande regalo che, inconsapevoli, mi donano.
Da vicino, come in un gioco infinito di specchi, rimandano la loro immagine che è la mia stessa immagine, per quel breve attimo di connubio e condivisione, ritratti in cui l’ambiente circostante fa da cornice, protagonisti effimeri della recita universale.
Gradimento: Ottimo Lavoro
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