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Paris, Texas
Autore: De Biase Marco
- Pubblicato il 20/09/08 - Categoria Viaggio
L’atto del fotografare è legato al movimento.
Movimento degli occhi, della mente, del pensiero, del corpo. E quindi per soddisfare l’inesauribile curiosità dello sguardo il fotografo è costretto ad essere in movimento.
Per mutare il suo punto di vista.
Può farlo spostandosi con l’auto, con la nave , con l’aereo, con il treno, o semplicemente camminando (l’atto più semplice e naturale come dice Ugo Mulas quando decide di fotografare Duchamp a Washington Square a New York) o anche stando in una stanza e viaggiando con la mente e gli occhi.
L’importante è cambiare il punto di vista e questo può essere fatto anche facendo un passo avanti o indietro.
Il viaggio mentale e fisico, il mistero e il dubbio che ogni spostamento comporta sono alla base della fotografia.
Ecco il viaggio di Marco De Biase a Parigi e in Texas.
E il suo sguardo funziona. È curioso.
Le sue foto ne ricordano alcune di Walzer Evans (le insegne, i paesaggi con il treno) e di Atget (le ringhiere di Parigi) e questi sono i due fotografi citati da Wim Wenders nell’intervista sul suo “Paris, Texas” in “Chaier du cinema”.
E così il cerchio si chiude.
Mauro Mattia.
Movimento degli occhi, della mente, del pensiero, del corpo. E quindi per soddisfare l’inesauribile curiosità dello sguardo il fotografo è costretto ad essere in movimento.
Per mutare il suo punto di vista.
Può farlo spostandosi con l’auto, con la nave , con l’aereo, con il treno, o semplicemente camminando (l’atto più semplice e naturale come dice Ugo Mulas quando decide di fotografare Duchamp a Washington Square a New York) o anche stando in una stanza e viaggiando con la mente e gli occhi.
L’importante è cambiare il punto di vista e questo può essere fatto anche facendo un passo avanti o indietro.
Il viaggio mentale e fisico, il mistero e il dubbio che ogni spostamento comporta sono alla base della fotografia.
Ecco il viaggio di Marco De Biase a Parigi e in Texas.
E il suo sguardo funziona. È curioso.
Le sue foto ne ricordano alcune di Walzer Evans (le insegne, i paesaggi con il treno) e di Atget (le ringhiere di Parigi) e questi sono i due fotografi citati da Wim Wenders nell’intervista sul suo “Paris, Texas” in “Chaier du cinema”.
E così il cerchio si chiude.
Mauro Mattia.
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