Immagini » Ricerca » Scheda Progetto
.presenze.
Autore: thomas pagani
- Pubblicato il 16/03/10 - Categoria Ricerca
La città chiude gli occhi, non sente. Negazione, rigetto, apatia. Non conosce ciò che si muove sotto la sua pelle, o non lo vuole sapere, così come i suoi perfetti cittadini, intrappolati dentro un fittizio benessere televisivo d’appartamento, quando fuori, sotto casa, è malessere.
I margini della società, un concetto chiaro a tutti, che definisce luoghi, persone, atteggiamenti ben precisi, ma troppo spesso idealizzati e mitizzati; zone aventi una concreta forza d’attrazione per coloro che vivono ai limiti di quel reale messo in piedi dalla nostra società, disperati metropolitani, i nemici della città, che trovano la propria culla dove l’esclusione urbana incontra l’esclusione sociale. Tragici spazi di una metropoli che rinnega, espelle e colloca ai confini uomini, le cui vite di passaggio, di sottopassaggio, vagano erranti, esiliate dal mondo che transita sopra le loro teste. Sono ormai presenze, senza distinzione ne forma, creature prive di un’identità, negata dalle fantasie della gente “comune”, che normalmente percorre e condivide quelle vie, quei sottopassaggi, durante le ore diurne, ma che di notte rifiuta e disdegna, rendendoli luoghi inaccessibili, d’emarginazione e rifugio. Ecco così il duplice volto di questi angoli avvolti nel cemento, che parlano di vite ignorate, di rinuncia alla comunicazione, alla comprensione, così come il ruolo della fotografia, che vuole dare forma alle visioni astratte delle masse consegnando concretezza a quegli spazi, ma pur sempre mantenendo il lato onirico e suggestivo che tali posti evocano: il fascino dell’abisso, l’inquieto, il disagio e le sue presenze.
I margini della società, un concetto chiaro a tutti, che definisce luoghi, persone, atteggiamenti ben precisi, ma troppo spesso idealizzati e mitizzati; zone aventi una concreta forza d’attrazione per coloro che vivono ai limiti di quel reale messo in piedi dalla nostra società, disperati metropolitani, i nemici della città, che trovano la propria culla dove l’esclusione urbana incontra l’esclusione sociale. Tragici spazi di una metropoli che rinnega, espelle e colloca ai confini uomini, le cui vite di passaggio, di sottopassaggio, vagano erranti, esiliate dal mondo che transita sopra le loro teste. Sono ormai presenze, senza distinzione ne forma, creature prive di un’identità, negata dalle fantasie della gente “comune”, che normalmente percorre e condivide quelle vie, quei sottopassaggi, durante le ore diurne, ma che di notte rifiuta e disdegna, rendendoli luoghi inaccessibili, d’emarginazione e rifugio. Ecco così il duplice volto di questi angoli avvolti nel cemento, che parlano di vite ignorate, di rinuncia alla comunicazione, alla comprensione, così come il ruolo della fotografia, che vuole dare forma alle visioni astratte delle masse consegnando concretezza a quegli spazi, ma pur sempre mantenendo il lato onirico e suggestivo che tali posti evocano: il fascino dell’abisso, l’inquieto, il disagio e le sue presenze.
Gradimento: Ottimo Lavoro
Questa pagina è stata visitata 19704 volte