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Aspettando di tornare a casa
Autore: Massimo Valicchia
- Pubblicato il 25/04/10 - Categoria Reportage
Eʼ dal 1975 che la popolazione Saharawi, oltre 200.000 persone, vive in campi profughi
vicino a Tindouf in Algeria. Aspetta di tornare a casa. Dal 1991 attende un referendum per
riappropriarsi della propria terra occupata dal Marocco. Il Sahara Occidentale ad oggi è
lʼunica parte dellʼAfrica a non essere stata decolonizzata.
Da oltre trentʼanni la loro situazione sembra non giungere mai ad una risoluzione. Lo
spettro della solitudine è palpabile. Nei campi la vita procede lenta, qui si vive in assenza
di tutto, parte della sopravvivenza è garantita dagli aiuti umanitari. Eppure nellʼhammada
algerino il popolo Saharawi è riuscito a dare vita ad unʼesperienza sociale unica nel suo
genere. Il popolo non ha ceduto alla rassegnazione ma ha saputo organizzare un vero e
proprio stato in esilio. Uno stato in cui la presenza femminile è di vitale importanza e
sopperisce allʼassenza degli uomini che sono al fronte a difendere i territori liberati, o a
lavorare in Algeria o Spagna. Ho vissuto ospite di due famiglie nei campi di Smara e
Dakhla ascoltando le loro difficoltà e speranze.
La loro angoscia è di rimanere sconosciuti, isolati e dimenticati dal “mondo che conta”.
vicino a Tindouf in Algeria. Aspetta di tornare a casa. Dal 1991 attende un referendum per
riappropriarsi della propria terra occupata dal Marocco. Il Sahara Occidentale ad oggi è
lʼunica parte dellʼAfrica a non essere stata decolonizzata.
Da oltre trentʼanni la loro situazione sembra non giungere mai ad una risoluzione. Lo
spettro della solitudine è palpabile. Nei campi la vita procede lenta, qui si vive in assenza
di tutto, parte della sopravvivenza è garantita dagli aiuti umanitari. Eppure nellʼhammada
algerino il popolo Saharawi è riuscito a dare vita ad unʼesperienza sociale unica nel suo
genere. Il popolo non ha ceduto alla rassegnazione ma ha saputo organizzare un vero e
proprio stato in esilio. Uno stato in cui la presenza femminile è di vitale importanza e
sopperisce allʼassenza degli uomini che sono al fronte a difendere i territori liberati, o a
lavorare in Algeria o Spagna. Ho vissuto ospite di due famiglie nei campi di Smara e
Dakhla ascoltando le loro difficoltà e speranze.
La loro angoscia è di rimanere sconosciuti, isolati e dimenticati dal “mondo che conta”.
Gradimento: Fantastico
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