"Il freddo è uno stato mentale", così sentii cantare in tempi passati e spesso rimbalza nella mia memoria.
Forse è proprio così. L'essere incapace di esprimere i propri sentimenti, un eccessivo cerebralismo. La razionalità
ed i troppi pensieri che congelano le sensazioni e le emozioni inespresse. Un bacio non dato,
l'abbraccio mancato. La solitudine e l'inespressività, ma al tempo stesso una forte dinamicità e voglia di uscire
da questa trappola che congela le nostre pulsioni. Dal forte voler distruggere questa gabbia e uscire allo scoperto,
essenziali, nudi, così come siamo, senza niente addosso. Il volere sopraffatto dal non potere, da questo vetro che ci separa
dal resto circostante e che ci congela al suo interno. Al tempo stesso una vera e propria riflessione sulla società odierna,
sugli atteggiamenti di oggigiorno in decadenza ma con un forte messaggio di speranza. La speranza di rinascere. Di purificarsi.
Dopo l'inverno, vien la primavera. E mentre dentro e fuori piovono cristalli di ghiaccio, tra i fraintendimenti di un amore corrotto,
e una lunga storia che finisce per ricominciare nel freddo.
Sostanzialmente..."Siamo tutti più freddi di quanto pensiamo"..