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La Viande Rouge
Autore: Maria Gabriella Cinā
- Pubblicato il 20/01/12 - Categoria
Ricerca
La Viande Rouge
Testo di Camilla Cossu
Gabriella Cinà lavora con il corpo. Il suo lento lavoro di ricerca individuale, atto a scavare dentro il proprio Sé, culmina nell'indagine estetico-artistica che guarda all'epidermide come un terreno da scoprire. Differenti luminescenze si posano sul corpo e indagano le possibilità molteplici della sua morbidezza, lo ri-qualificano quale strumento per eccellenza di una vita che dialoga direttamente con l'arte. Il corpo accoglie e dona la vita, è esso stesso opera d'arte ed apice di una comunicazione intima ed universale, emotiva ed intensa.
Come già in "Pezzi di Vita" (2009), s'impone attraverso gli scatti un gusto per il dettaglio che offre allo sguardo l'aspetto vitale della performance, con tutto il pathos che lo caratterizza. L'atmosfera sospesa si carica di attesa e l'occhio scruta il mistero di un gesto, di un'azione volta ad una nuova scoperta. Corpo ed ambiente copartecipano la diffusa luce rossastra, un velo che accarezza le linee definite degli indelebili segni sul corpo. Disegni variegati che rimandano ad un'epoca che non c'è più, si mescolano con il contemporaneo e rivivono in esso acquisendo un valore sempre diverso, sulla pelle e nel vissuto individuale. Il limite tra soggetto ed oggetto viene abbattuto dal gesto che è fermato nell'istante preciso della sua s-definizione, come a divenire immortale ed irripetibile nella memoria di chi vi guarda dentro. Nei suoi lavori Gabriella Cinà coglie volti densi di emozioni che si susseguono, si rincorrono nella condesazione di un attimo e lascia allo spettatore la libera facoltà di sperimentare a sua volta un percorso visivo e di ricerca interiore che erge il corpo a protagonista assoluto di una nuova arte.
Testo di Camilla Cossu
Gabriella Cinà lavora con il corpo. Il suo lento lavoro di ricerca individuale, atto a scavare dentro il proprio Sé, culmina nell'indagine estetico-artistica che guarda all'epidermide come un terreno da scoprire. Differenti luminescenze si posano sul corpo e indagano le possibilità molteplici della sua morbidezza, lo ri-qualificano quale strumento per eccellenza di una vita che dialoga direttamente con l'arte. Il corpo accoglie e dona la vita, è esso stesso opera d'arte ed apice di una comunicazione intima ed universale, emotiva ed intensa.
Come già in "Pezzi di Vita" (2009), s'impone attraverso gli scatti un gusto per il dettaglio che offre allo sguardo l'aspetto vitale della performance, con tutto il pathos che lo caratterizza. L'atmosfera sospesa si carica di attesa e l'occhio scruta il mistero di un gesto, di un'azione volta ad una nuova scoperta. Corpo ed ambiente copartecipano la diffusa luce rossastra, un velo che accarezza le linee definite degli indelebili segni sul corpo. Disegni variegati che rimandano ad un'epoca che non c'è più, si mescolano con il contemporaneo e rivivono in esso acquisendo un valore sempre diverso, sulla pelle e nel vissuto individuale. Il limite tra soggetto ed oggetto viene abbattuto dal gesto che è fermato nell'istante preciso della sua s-definizione, come a divenire immortale ed irripetibile nella memoria di chi vi guarda dentro. Nei suoi lavori Gabriella Cinà coglie volti densi di emozioni che si susseguono, si rincorrono nella condesazione di un attimo e lascia allo spettatore la libera facoltà di sperimentare a sua volta un percorso visivo e di ricerca interiore che erge il corpo a protagonista assoluto di una nuova arte.
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