Un paesaggio dolce-amaro, marginale e instabile, ma al tempo stesso estremamente ricco; indisciplinato, quasi senza regole, in cui gli obiettivi di salvaguardia e risanamento non sono mai giunti a compimento.
Luoghi in cui si contrappongono la bellezza aspra e selvaggia del mare e delle grandi spiagge, alle infrastrutture create per collegare le singole località a realtà urbane più grandi.
Il progetto si sviluppa come indagine fotografica; un report sullo stato dei luoghi della fascia Ionica della Provincia di Reggio Calabria, che prende il nome di Locride.
La fotografia diviene cosi uno strumento prezioso per osservare le trasformazioni e le modificazioni nelle modalità di rappresentare il paesaggio, potendo osservare lo scorrere quotidiano delle rapide trasformazioni, antropiche e naturali, a cui è sottoposto questo territorio.
Per rafforzare tale visione gli scatti sono stati realizzati attraversando la fascia costiera in bicicletta; si crea cosi la possibilità di soffermarsi sui dettagli dei luoghi, di ritrarre, da angolazioni differenti, particolari che il più delle volte sfuggono alla vista.