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SERIEBUILDINGS
Autore: Massimiliano DC
- Pubblicato il 19/11/08 - Categoria
Viaggio
In ogni città puoi trovare edifici che sono la punteggiatura nel discorso narrativo con il quale i luoghi comunicano e si raccontano. Così quel caseggiato male in arnese, è in verità una virgola che separa il forbito periodare di un isolato ottocentesco da quello in slang di acciaio e vetro del nuovo centro commerciale, e quel cinema all’angolo oramai in disuso, è il punto conclusivo del monologo che l’apprezzato quartiere liberty stava profondendo ai suoi tanti visitatori. Edifici, “buildings” reietti, trascurati, o più semplicemente “ordinari”, sui quali l’occhio cade con difficoltà perché attirato da più meritori oggetti. ci vuole il cuore di cercarli, ci vuole la propensione all’analisi logica e del periodo o un buon orecchio musicale. Infatti A ben ragionare questi vecchi, malandati, ma mai “antichi” edifici, hanno il suono del silenzio che generalmente li abita, o il discreto lamento di una vita modesta che non da mai spettacolo di se, sono le pause nel fraseggio musicale della città, gli attimi di sospensione che permettono di godere fino in fondo dell’assolo che il palazzo neoclassico, tronfio di marmi e stucchi, sta fascinosamente eseguendo. Incapaci di mentire i “buildings” mi raccontano l’immediato passato, il presente appena trascorso, quello che c’è sotto la maschera dorata che la città sta indossando, così allontanandomi lungo una via periferica di Bratislava, gioiello mitteleuropeo sorella minore di Vienna, dietro una cortina di filo spinato, un civico agonizzante nel suo intonaco verde reggimentale, ricorda a chi vuol ricordare che solo pochi anni separano una città vivace e multietnica da quella che chinava il capo alla “mother russia”.
Gradimento: Ottimo Lavoro
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