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Mirror
Autore: giovanni presutti
- Pubblicato il 22/03/09 - Categoria Fine Art
"Hai bisogno nella tua vita cosi’ fragile
di qualcosa in cui ritrovare la tua parte piu’ profonda
in cui essere veramente Te stesso,
libero dalla gioia e dal dolore dell’esistenza, in pace.
Un luogo, una persona, una cosa
che ti permetta di tornare a casa
dalla tua anima.
Qualcosa in cui
Specchiarti."
L'eterna ricerca di ciascuno di un luogo in cui lenire l'ansia del vivere, un rifugio in cui proteggersi e dove essere davvero se stessi, centrati sul proprio essere e nel proprio esistere. Uno spazio che non puo' essere che interiore. Da questa idea ho cominciato a muovermi ritraendo quelli che mi erano piu' vicini, i miei familiari, i miei amici, poi sempre a piu' ampio raggio, cercando questo luogo immaginario. A volte si pensa di trovarlo in un'altra persona con cui si è passata la propria vita, a volte in un semplice oggetto che ci rappresenta tutto un mondo. Elementi, materia da toccare, sentire, percepire; spesso sono solo spazi mentali, emozioni, che mutano che si evolvono e che non son mai le stesse. Ho cercato di "sentire" i miei soggetti, di percepirli piu' che di rappresentarli per quello che sono realmente o per cio' che credono loro stessi di essere, ho provato ad andare oltre a ritrarre la loro anima, per come arrivava a me. Il "Mirror" alla fine infatti è diventato senza neanche che me ne accorgessi lo specchiarsi del mio mondo nei soggetti ritratti, una relazione a tre, tra loro, l'oggetto del loro riflesso e io che li ritraevo. Lavorare costantemente con la profondita' di campo, col fuori fuoco e col mosso mi ha permesso di creare una visione che quindi si staccasse il piu' possibile dalla realta' e andasse nella direzione onirica che ricercavo. Verso una purezza della composizione, una essenzialita' che rendesse le mie immagini il piu' possibili vicine ad icone che da sole riuscissero ad "essere", e ad arrivare dentro chi le guarda, a volte angoscianti, a volte rasserenanti, ma senza avere null'altro da aggiungere. Ma allo stesso tempo pero' che riuscissero ad avere, una dopo l'altra, un'unicita' di stile e di significato da potere essere viste come dei singoli tasselli, cellule di un unico corpo.
di qualcosa in cui ritrovare la tua parte piu’ profonda
in cui essere veramente Te stesso,
libero dalla gioia e dal dolore dell’esistenza, in pace.
Un luogo, una persona, una cosa
che ti permetta di tornare a casa
dalla tua anima.
Qualcosa in cui
Specchiarti."
L'eterna ricerca di ciascuno di un luogo in cui lenire l'ansia del vivere, un rifugio in cui proteggersi e dove essere davvero se stessi, centrati sul proprio essere e nel proprio esistere. Uno spazio che non puo' essere che interiore. Da questa idea ho cominciato a muovermi ritraendo quelli che mi erano piu' vicini, i miei familiari, i miei amici, poi sempre a piu' ampio raggio, cercando questo luogo immaginario. A volte si pensa di trovarlo in un'altra persona con cui si è passata la propria vita, a volte in un semplice oggetto che ci rappresenta tutto un mondo. Elementi, materia da toccare, sentire, percepire; spesso sono solo spazi mentali, emozioni, che mutano che si evolvono e che non son mai le stesse. Ho cercato di "sentire" i miei soggetti, di percepirli piu' che di rappresentarli per quello che sono realmente o per cio' che credono loro stessi di essere, ho provato ad andare oltre a ritrarre la loro anima, per come arrivava a me. Il "Mirror" alla fine infatti è diventato senza neanche che me ne accorgessi lo specchiarsi del mio mondo nei soggetti ritratti, una relazione a tre, tra loro, l'oggetto del loro riflesso e io che li ritraevo. Lavorare costantemente con la profondita' di campo, col fuori fuoco e col mosso mi ha permesso di creare una visione che quindi si staccasse il piu' possibile dalla realta' e andasse nella direzione onirica che ricercavo. Verso una purezza della composizione, una essenzialita' che rendesse le mie immagini il piu' possibili vicine ad icone che da sole riuscissero ad "essere", e ad arrivare dentro chi le guarda, a volte angoscianti, a volte rasserenanti, ma senza avere null'altro da aggiungere. Ma allo stesso tempo pero' che riuscissero ad avere, una dopo l'altra, un'unicita' di stile e di significato da potere essere viste come dei singoli tasselli, cellule di un unico corpo.
Gradimento: Fantastico
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Duilio Fiorille