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Professione factotum
Autore: carlo chiodo
- Pubblicato il 24/06/11
Ahmed si sveglia alle cinque.
Ognuno dei sette giorni della settimana.
Ci accoglie nel suo salotto, che per mancanza d’alternative gli fa da cucina, da ripostiglio e da sala da pranzo.
Ha giusto il tempo per farsi un caffe’, ed in silenzio, perche’ correrebbe il rischio di svegliare i suoi due coinquilini, per non dire compagni di stanza.
Egiziani, come lui.
Con la bici corre piu’ veloce della mia Vespa, facciamo fatica a stargli dietro.
La sua giornata di lavoro comincia alle sei. Svuotando i bidoni dell’immondizia di uno stabile in via Ripamonti.
“Per cento euro” dice…
“Alla settimana?”
“Ma no… al mese!”…
Io e Fabietto restiamo basiti.
“Pero’ solo due volte settimana!!” aggiunge ridendo…
Prossima tappa, il cortile di un’azienda.
Da ripulire con i fiocchi, con spazzolone e tanto, tanto olio di gomito.
Evitiamo di chiedergli a quanto ammonti la miseria del suo salario.
Vale come quattro uomini, ma viene pagato come mezzo uomo. Nemmeno.
E cosi’ si prosegue per tutta la giornata.
Dieci, dodici, quindici stabili diversi in tutta Milano, dove all’occorrenza puo’ essere facchino, spazzino, giardiniere, etc. etc. etc.
Oggi, pero’ e’ giorno di “riposo”.
Sono solo le cinque del pomeriggio, ed e’ tempo di fare un salto al mercato, a scegliere frutta e ortaggi fra i piu’ buoni.
Da un amico egiziano, naturalmente…
E poi, perche’ no, concediamogli il lusso di un restyling dal barbiere. Una volta al mese puo’ permetterselo.
Recupera qualche quotidiano, giusto per non dimenticare il trattamento riservato a certi immigrati (regolari) e poi a nanna.
Aspettando un giorno migliore.
Retorica? Moralismo?
Lamento dell’immigrato?
No.
Questa e’ semplicemente la storia di Ahmed.
Egiziano come molti.
Lavoratore instancabile come tanti.
Carlo Chiodo
Ognuno dei sette giorni della settimana.
Ci accoglie nel suo salotto, che per mancanza d’alternative gli fa da cucina, da ripostiglio e da sala da pranzo.
Ha giusto il tempo per farsi un caffe’, ed in silenzio, perche’ correrebbe il rischio di svegliare i suoi due coinquilini, per non dire compagni di stanza.
Egiziani, come lui.
Con la bici corre piu’ veloce della mia Vespa, facciamo fatica a stargli dietro.
La sua giornata di lavoro comincia alle sei. Svuotando i bidoni dell’immondizia di uno stabile in via Ripamonti.
“Per cento euro” dice…
“Alla settimana?”
“Ma no… al mese!”…
Io e Fabietto restiamo basiti.
“Pero’ solo due volte settimana!!” aggiunge ridendo…
Prossima tappa, il cortile di un’azienda.
Da ripulire con i fiocchi, con spazzolone e tanto, tanto olio di gomito.
Evitiamo di chiedergli a quanto ammonti la miseria del suo salario.
Vale come quattro uomini, ma viene pagato come mezzo uomo. Nemmeno.
E cosi’ si prosegue per tutta la giornata.
Dieci, dodici, quindici stabili diversi in tutta Milano, dove all’occorrenza puo’ essere facchino, spazzino, giardiniere, etc. etc. etc.
Oggi, pero’ e’ giorno di “riposo”.
Sono solo le cinque del pomeriggio, ed e’ tempo di fare un salto al mercato, a scegliere frutta e ortaggi fra i piu’ buoni.
Da un amico egiziano, naturalmente…
E poi, perche’ no, concediamogli il lusso di un restyling dal barbiere. Una volta al mese puo’ permetterselo.
Recupera qualche quotidiano, giusto per non dimenticare il trattamento riservato a certi immigrati (regolari) e poi a nanna.
Aspettando un giorno migliore.
Retorica? Moralismo?
Lamento dell’immigrato?
No.
Questa e’ semplicemente la storia di Ahmed.
Egiziano come molti.
Lavoratore instancabile come tanti.
Carlo Chiodo
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