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ROTTAmi metroPOLItani
Autore: Carlo Pettinelli
- Pubblicato il 25/02/09
ROTTAmi metroPOLItani
Nel contesto della modernità il paesaggio urbano, scenario delle nostre vite quotidiane, si allarga a macchia d'olio sopra il paesaggio naturale -primordiale esperienza della visione fotografica- con una perenne trasformazione raramente interrotta. Per re-interpretarlo ho stravolto le regole prospettiche: il risultato estetico è fonte di stimoli visivi, per disordine, disomogeneità, e maggiori sono gli interventi umani, maggiore risulta essere la sua entropia. Superare la prospettiva classica con nuovi punti di vista fa nascere nuovi orizzonti moltiplicando le linee di fuga in una prospettiva caleidoscopica.
"Strade e frazioni metropolitane come forme speculari adattabili alla conformazione caleidoscopica di un nastro trasportatore che geometrizza il moto. La circolazione corre il rischio di subirsi, di finire addosso a se stessa percorrendo tapis roulant escheriani a circuito chiuso. " La ROTTA del viaggio si muove tra i POLI magnetici della nuova città -Moebiusland- per non giungere mai a destinazione.
La burocrazia a volte porta una contro-trasformazione (come con gli eco-mostri abbattuti in virtù di leggi e norme che tentano di contenere la bulimia umana) il paesaggio può riprendere la sua trasfigurazione, ed innaturalmente tornare “naturale”. Alle esplosioni che cancellano gli scheletri si susseguono le implosioni che ne riciclano i materiali, dal cemento si avrà polvere e dal metallo in esso contenuto ferro da riciclare. Ed è nel processo del riciclo, che esiste non per un utopico senso civico ma in quanto fonte di reddito, che si svela il ciclo vitale che implacabilmente trasforma la materia inanimata. Le immagini riprese in precisi momenti di questo sviluppo ne svelano la forza, attimo decisivo ma non nel senso bressoniano. L'indagine fotografica nasce con lo scopo di portare la testimonianza del ciclo vitale di quell'elemento stravolgendo le regole prospettiche in un gioco caleidoscopico di duplicazioni: il negativo viene riprodotto e ribaltato -metafora della scomparsa dell'originale nell'era digitale- sino a confondere il soggetto in un mostro multiforme che incarna infinite rappresentazioni emotive, una per ogni spettatore. Nel ciclo delle vita la materia esplosa ed implosa assume allora una nuova forma dalla sua mutazione, mostra la sua inquietante regolarità e la sua bellezza nel caos dello sviluppo.
"Tutto quanto apparentemente si crea, tutto quanto apparentemente si distrugge, tutto quanto, in realtà, continuamente, si trasforma"
NOTA TECNICA
Le immagini sono state riprese con pellicola 35mm formato panoramico e 120 formato 6X6. Il singolo fotogramma è stato scansionato e successivamente duplicato e ribaltato in un unico file. Non è stato eseguito nessun altro intervento di post produzione, oltre ad una regolazione di colore, luminosità e contrasto. Le opere finali sono tutte stampe a getto d'inchiostro su alluminio di grande formato (1x1 metro, 1 e 1,5 metri per le panoramiche).
Nel contesto della modernità il paesaggio urbano, scenario delle nostre vite quotidiane, si allarga a macchia d'olio sopra il paesaggio naturale -primordiale esperienza della visione fotografica- con una perenne trasformazione raramente interrotta. Per re-interpretarlo ho stravolto le regole prospettiche: il risultato estetico è fonte di stimoli visivi, per disordine, disomogeneità, e maggiori sono gli interventi umani, maggiore risulta essere la sua entropia. Superare la prospettiva classica con nuovi punti di vista fa nascere nuovi orizzonti moltiplicando le linee di fuga in una prospettiva caleidoscopica.
"Strade e frazioni metropolitane come forme speculari adattabili alla conformazione caleidoscopica di un nastro trasportatore che geometrizza il moto. La circolazione corre il rischio di subirsi, di finire addosso a se stessa percorrendo tapis roulant escheriani a circuito chiuso. " La ROTTA del viaggio si muove tra i POLI magnetici della nuova città -Moebiusland- per non giungere mai a destinazione.
La burocrazia a volte porta una contro-trasformazione (come con gli eco-mostri abbattuti in virtù di leggi e norme che tentano di contenere la bulimia umana) il paesaggio può riprendere la sua trasfigurazione, ed innaturalmente tornare “naturale”. Alle esplosioni che cancellano gli scheletri si susseguono le implosioni che ne riciclano i materiali, dal cemento si avrà polvere e dal metallo in esso contenuto ferro da riciclare. Ed è nel processo del riciclo, che esiste non per un utopico senso civico ma in quanto fonte di reddito, che si svela il ciclo vitale che implacabilmente trasforma la materia inanimata. Le immagini riprese in precisi momenti di questo sviluppo ne svelano la forza, attimo decisivo ma non nel senso bressoniano. L'indagine fotografica nasce con lo scopo di portare la testimonianza del ciclo vitale di quell'elemento stravolgendo le regole prospettiche in un gioco caleidoscopico di duplicazioni: il negativo viene riprodotto e ribaltato -metafora della scomparsa dell'originale nell'era digitale- sino a confondere il soggetto in un mostro multiforme che incarna infinite rappresentazioni emotive, una per ogni spettatore. Nel ciclo delle vita la materia esplosa ed implosa assume allora una nuova forma dalla sua mutazione, mostra la sua inquietante regolarità e la sua bellezza nel caos dello sviluppo.
"Tutto quanto apparentemente si crea, tutto quanto apparentemente si distrugge, tutto quanto, in realtà, continuamente, si trasforma"
NOTA TECNICA
Le immagini sono state riprese con pellicola 35mm formato panoramico e 120 formato 6X6. Il singolo fotogramma è stato scansionato e successivamente duplicato e ribaltato in un unico file. Non è stato eseguito nessun altro intervento di post produzione, oltre ad una regolazione di colore, luminosità e contrasto. Le opere finali sono tutte stampe a getto d'inchiostro su alluminio di grande formato (1x1 metro, 1 e 1,5 metri per le panoramiche).