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Cinderella
Autore: Barbara Malacart
- Pubblicato il 14/06/14
Intenzione del progetto è raccontare il mondo femminile attraverso un oggetto solitamente attribuito, per moda o costume, proprio alla donna: la scarpa. Culturalmente e socialmente, infatti, alla scarpa sono associati particolari significati: dalla costruzione dell’identità femminile alla rappresentazione formale di un feticcio, forse più psicologico che reale, e che, sia negli uomini che nelle donne, e con declinazioni diverse, a volte sfocia nell’ossessione.
Il progetto fotografico è in ogni caso volutamente lontano dal luogo comune che vede nella calzatura femminile uno strumento di seduzione. Il mio lavoro vuole partire dalla scarpa quale primo punto di contatto, e forse il privilegiato, con il mondo femminile. Un mondo sfaccettato e multiforme che parla di intimità quanto al tempo stesso di forza, di strumenti di difesa, ma anche di autoaffermazione.
Il risultato è uno specchio, non esaustivo o risolutivo rispetto all’universo “donna”, nel quale è però possibile riflettersi come esseri vulnerabili o come possibili “orizzonti di senso” che vanno al di là dello stereotipo.
La serie Cinderella, personaggio fiabesco universalmente conosciuto per la sua scarpa, si compone di quindici dittici. A ogni paio di scarpe fotografato corrisponde l’immagine del soggetto a cui esse appartengono. E sono contemporaneamente nature morte e ritratti. Le une funzionali agli altri per restituire la complessità di un microcosmo da leggere, scoprire e indagare nella sua singolarità.
Nella mia ricerca, infatti, non è tanto importante l’estrazione sociale o l’età dei soggetti fotografati, ma il loro essere biografie. Sono tutte donne senza nome che parlano con i loro volti e le loro scarpe. E sono storie, racconti che prendo a prestito per narrare me stessa.
Breve BIO
Nata nel 1972 a Torino dove vive e lavora. Da sempre la fotografia rappresenta per lei l'unico strumento possibile con cui indagare se stessa e il mondo circostante.
Inizia come autodidatta all'età di 14 anni, in questi anni ha seguito due corsi di storia e critica della fotografia e due workshop di reportage uno con Ernesto Bazan nel 2012 e uno con Marco Vacca nel 2007 presso Forma.
Ama la fotografia a 360 gradi ma predilige il reportage.
COME SARANNO PRESENTATE LE FOTOGRAFIE
Le stampe saranno stampe digitali a sviluppo chimico su supporto leger di dimensioni 60 x 40. Su ogni pannello ci sarà il dittico disposto in senso orizzontale (scarpe. ritratto). Ogni singola foto avrà dimensioni pari a 18x25. Le immagini saranno poste nella parte superiore del pannello in modo da lasciare per metà del pannello stesso uno spazio bianco così da ricondurre all'idea di impaginazione di un libro, di un catalogo.
Il progetto fotografico è in ogni caso volutamente lontano dal luogo comune che vede nella calzatura femminile uno strumento di seduzione. Il mio lavoro vuole partire dalla scarpa quale primo punto di contatto, e forse il privilegiato, con il mondo femminile. Un mondo sfaccettato e multiforme che parla di intimità quanto al tempo stesso di forza, di strumenti di difesa, ma anche di autoaffermazione.
Il risultato è uno specchio, non esaustivo o risolutivo rispetto all’universo “donna”, nel quale è però possibile riflettersi come esseri vulnerabili o come possibili “orizzonti di senso” che vanno al di là dello stereotipo.
La serie Cinderella, personaggio fiabesco universalmente conosciuto per la sua scarpa, si compone di quindici dittici. A ogni paio di scarpe fotografato corrisponde l’immagine del soggetto a cui esse appartengono. E sono contemporaneamente nature morte e ritratti. Le une funzionali agli altri per restituire la complessità di un microcosmo da leggere, scoprire e indagare nella sua singolarità.
Nella mia ricerca, infatti, non è tanto importante l’estrazione sociale o l’età dei soggetti fotografati, ma il loro essere biografie. Sono tutte donne senza nome che parlano con i loro volti e le loro scarpe. E sono storie, racconti che prendo a prestito per narrare me stessa.
Breve BIO
Nata nel 1972 a Torino dove vive e lavora. Da sempre la fotografia rappresenta per lei l'unico strumento possibile con cui indagare se stessa e il mondo circostante.
Inizia come autodidatta all'età di 14 anni, in questi anni ha seguito due corsi di storia e critica della fotografia e due workshop di reportage uno con Ernesto Bazan nel 2012 e uno con Marco Vacca nel 2007 presso Forma.
Ama la fotografia a 360 gradi ma predilige il reportage.
COME SARANNO PRESENTATE LE FOTOGRAFIE
Le stampe saranno stampe digitali a sviluppo chimico su supporto leger di dimensioni 60 x 40. Su ogni pannello ci sarà il dittico disposto in senso orizzontale (scarpe. ritratto). Ogni singola foto avrà dimensioni pari a 18x25. Le immagini saranno poste nella parte superiore del pannello in modo da lasciare per metà del pannello stesso uno spazio bianco così da ricondurre all'idea di impaginazione di un libro, di un catalogo.
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