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On Land
Autore: Davide Monciatti
- Pubblicato il 10/06/15
Silenziose astronavi, appena atterrate su una terra desolata. Brevi paradisi di luce affondati nella notte.
Paesaggi, vere e proprie still life, che fermano il tempo in uno stato di grazia: supermercati, negozi, centri commerciali, distributori di benzina, colti nelle ore del sonno che ad essi restituiscono invece una forma anomala di vita. Isole luminose nel buio di parcheggi e marciapiedi deserti, quasi a dimenticare la folla, il rumore, il viavai, gli affanni dell’intenso giorno, ad affrancarsi dall’icona consumistica che li rappresenta.
E se queste architetture – redente dalla propria identità funzionale – diventano non-luoghi appoggiati in uno spazio mai georeferenziabile, contemporaneamente ritrovano la loro dignità estetica in una dimensione monumentale e straniante, entro un silenzio di solitudine e incomunicabilità.
Un paradosso metafisico, che allo spazio degli incontri e delle parole contrappone l’assenza di civiltà e che a questi presidi commerciali assegna un valore assoluto, fino a riportarli sul margine di una remota autostrada americana. E sia concesso il gioco di parole, perché si tratta anche di un "no land", il ritratto di una terra a volte inospitale, che cristallizza le nostre esistenze, evidenziandone le imbarazzanti inadeguatezze.
Protagonista la luce, che delinea i confini di costruzioni a noi familiari in una silhouette senza orizzonte, che esalta i vuoti e i pieni e si riverbera sull’asfalto; bagliori artificiali al neon di cui appena si potrebbe udire il ronzio.
Le immagini fotografiche, stampate su lexan e retroilluminate a led, diventano schermi di proiezione che ribaltano la realtà delle cose, e ripetono, in una prospettiva teoricamente infinita, la sequenza di vetrine e di luci dei loro stessi soggetti, raddoppiandone la distanza dal nostro io.
Nato a Sinalunga (SI) nel 1980, architetto, si è avvicinato alla fotografia per passione, lavorando sia in digitale che con tecniche analogiche. Ha partecipato a concorsi nazionali ed internazionali; nel 2009 è tra i vincitori del concorso “Passione Sud Africa” promosso dal Corriere della Sera. I suoi scatti sono stati esposti in mostre collettive e personali (tra queste “Slow!” a Pienza – CL Factory, 2010). Nella fotografia, come nella ricerca architettonica, cerca di indagare sul rapporto tra il costruito e l’identità del luogo, tra l’elemento artificiale ed il paesaggio. Vive e lavora a Siena.
Paesaggi, vere e proprie still life, che fermano il tempo in uno stato di grazia: supermercati, negozi, centri commerciali, distributori di benzina, colti nelle ore del sonno che ad essi restituiscono invece una forma anomala di vita. Isole luminose nel buio di parcheggi e marciapiedi deserti, quasi a dimenticare la folla, il rumore, il viavai, gli affanni dell’intenso giorno, ad affrancarsi dall’icona consumistica che li rappresenta.
E se queste architetture – redente dalla propria identità funzionale – diventano non-luoghi appoggiati in uno spazio mai georeferenziabile, contemporaneamente ritrovano la loro dignità estetica in una dimensione monumentale e straniante, entro un silenzio di solitudine e incomunicabilità.
Un paradosso metafisico, che allo spazio degli incontri e delle parole contrappone l’assenza di civiltà e che a questi presidi commerciali assegna un valore assoluto, fino a riportarli sul margine di una remota autostrada americana. E sia concesso il gioco di parole, perché si tratta anche di un "no land", il ritratto di una terra a volte inospitale, che cristallizza le nostre esistenze, evidenziandone le imbarazzanti inadeguatezze.
Protagonista la luce, che delinea i confini di costruzioni a noi familiari in una silhouette senza orizzonte, che esalta i vuoti e i pieni e si riverbera sull’asfalto; bagliori artificiali al neon di cui appena si potrebbe udire il ronzio.
Le immagini fotografiche, stampate su lexan e retroilluminate a led, diventano schermi di proiezione che ribaltano la realtà delle cose, e ripetono, in una prospettiva teoricamente infinita, la sequenza di vetrine e di luci dei loro stessi soggetti, raddoppiandone la distanza dal nostro io.
Nato a Sinalunga (SI) nel 1980, architetto, si è avvicinato alla fotografia per passione, lavorando sia in digitale che con tecniche analogiche. Ha partecipato a concorsi nazionali ed internazionali; nel 2009 è tra i vincitori del concorso “Passione Sud Africa” promosso dal Corriere della Sera. I suoi scatti sono stati esposti in mostre collettive e personali (tra queste “Slow!” a Pienza – CL Factory, 2010). Nella fotografia, come nella ricerca architettonica, cerca di indagare sul rapporto tra il costruito e l’identità del luogo, tra l’elemento artificiale ed il paesaggio. Vive e lavora a Siena.
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