Photo Requests from Solitary

Photo Requests from Solitary (PRFS) è un progetto che ha come strumento proprio la fotografia, il cui scopo iniziale è stato la chiusura del Tamms Correctional Center, la famosa prigione di massima sicurezza dell’Illinois.
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Photo Requests from Solitary (PRFS) è un progetto che ha come strumento proprio la fotografia, il cui scopo iniziale è stato la chiusura del Tamms Correctional Center, la famosa prigione di massima sicurezza dell’Illinois.

Carcere e fotografia: c’è una struttura, il CIFA, il Centro Italiano della Fotografia d’Autore di Bibbiena, ex carcere ottocentesco, le cui celle sono mini gallerie che ospitano di continuo mostre fotografiche.

E c’è chi, in carcere, in celle come quelle, ha bisogno di fotografie per guardare il mondo fuori. “Photo Requests from Solitary” (PRFS) è una campagna che ha come strumento proprio la fotografia, il cui scopo iniziale è stato la chiusura del Tamms Correctional Center, la famosa prigione di massima sicurezza dell’Illinois.

Tamms Supermax, come viene chiamato, “è stato progettato per la deprivazione sensoriale, tutti erano in isolamento permanente senza telefonate, senza visite di contatto, senza attività comunitarie, senza attività religiose, e senza nemmeno spazi comuni”. E dunque il PRFS è un progetto attraverso il quale i detenuti possono richiedere una fotografia di qualsiasi cosa, immagine che sarà poi un volontario a realizzare.

Nel 2018 la PRFS ha ricevuto una borsa di studio per un’installazione nell’Eastern State Penitentiary, la prigione di Filadelfia fondata quasi 190 anni fa, luogo di nascita dell’isolamento e ora sito storico e spazio espositivo, mentre nel 2019 la Biblioteca pubblica di Brooklyn ha ospitato la prima mostra di PRFS.

In questo sito sono raccolte tutte le richieste avanzata dai detenuti negli anni, fino alla chiusura del Tamns nel 2013. https://photorequestsfromsolitary.org/

Sempre su quello stesso sito è possibile leggere le richieste: nel 2012 Anthony, uno degli 80.000 in isolamento quel giorno negli USA, scrisse “Vorrei una foto di qualcuno che mi risponderà e comunicherà con me. (Come un amico). La persona può essere chiunque. Possono essere maschi o femmine e non mi interessa tanto l’aspetto fisico quanto quello che c’è dentro. (Non ho visto una macchina fotografica che possa scattare una foto del genere.)” …eppure ci siamo sempre sentiti dire che un ritratto è lo specchio dell’anima…

Attilio Lauria

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